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Fase 2 a Guardiagrele e non solo

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Si moltiplicano le iniziative solidali a sostegno delle persone e delle famiglie che, più di altre, risentono delle gravi conseguenze economiche causate da questa emergenza sanitaria.

 

L’impatto economico è devastante, tanto da creare una classe sociale totalmente nuova. Secondo la Coldiretti l’emergenza sanitaria ha generato un milione di nuovi poveri, che tradotto vuol dire anche che, tutti noi saremo chiamati ad affrontare un’altrettanto grave emergenza sociale.

 

In questi ultimi due mesi, si è spesso parlato di sussidi alle imprese, di anticipi ai comuni per sostenere le famiglie e quanti in difficoltà… ma appare evidente che non possiamo fermarci alle sovvenzioni emergenziali. Non più. Bisogna ripensare alcune priorità.

 

L’urgenza di dare una risposta nell’immediato deve essere accompagnata da un ripensamento dei modelli, sociali ed economici, così come li abbiamo elaborati fino ad ora. La tanto attesa fase 2 deve prevedere, tra le altre cose, importanti sostegni sociali a lungo termine. Sostegni strutturali.

Il tutto deve essere vissuto con la consapevolezza che quello futuro, sarà purtroppo uno scenario nazionale (e non solo) che comporterà gravi sacrifici. I soldi non basteranno, anche con gli aiuti più ingenti, perché questa crisi ha colpito così tanto tutti i settori e tutte le famiglie, che sarà impossibile sostenere tutti. 

 

L’Istat ha previsto un calo del Pil italiano del 4,7% nel primo trimestre del 2020, flessione mai registrata prima.

La Confcommercio e la Confercenti, stimano che circa 60 mila italiani potrebbero perdere il lavoro se l’emergenza non dovesse risolversi entro giugno. Ad essere colpiti sono soprattutto gli artigiani, gli esercenti obbligati dalla chiusura obbligatoria e le piccole e medie imprese.

 

Quello che si sta facendo, è elaborare un piano (più di uno) che attutisca il più possibile i danni ma, in maniera parallela, si deve lavorare molto sulla comunicazione e la collaborazione (e tutti i livelli istituzionali devono farlo), perché meritiamo di sapere bene quali saranno le nostre prospettive future, per evitare panico ed insofferenza sociale, che altrimenti diverrebbero incontrollabili.

 

Tra le altre cose, sarà importante riuscire a veicolare il fondo SURE (Support to mitigate unemployment risks in emergency) stanziato dall’Unione Europea. SURE è uno strumento anti-crisi contro la disoccupazione che, con 100 miliardi, andrà a finanziare le “casse integrazioni”  nazionali o schemi simili di protezione dei posti di lavoro.

 

Tutte le istituzioni sono chiamate al gravoso compito, oggi più che mai, di ripensare il futuro socio/economico delle proprie comunità, ben sapendo che affronteremo momenti di ripresa molto pesanti.

 

A mio parere, in Abruzzo ad oggi è mancata una vera e propria cabina di regia politica capace di coordinare tra loro gli Ambiti Sociali, vero cuore e motore del tessuto sociale regionale. 

I fondi legati all’emergenza in parte avrebbero dovuto integrare quelli dei piani sociali, strumento che più di ogni altro, identifica le necessità e le fragilità del territorio, così da poter strutturare le nuove necessità.

 

 

Ma con il senno di poi è facile “giudicare” e immagino quanto l’urgenza abbia messo tutti a dura prova.

Magari questo metodo potrà essere utilizzato ora che stiamo uscendo dalla fase strettamente emergenziale. La giunta regionale, invece di pensare solo ad alimentare scontri politici giocando con la salute degli abruzzesi, deve necessariamente tornare a riprogrammare il futuro economico e sociale, soprattutto sulla base delle nuove necessità elencate fino ad ora.  

 

A Guardiagrele, passata la fase 1, cosa si fa? 

Potrei rispondere “non lo so”, considerando il fatto che di nuovo il sindaco ha scelto di utilizzare il canale delle dirette social per fare annunci nel merito, senza alcun tipo di confronto con il consiglio comunale (al quale ha tolto ogni potere decisionale).

Ma ascoltando, ho lavorato comunque per sottoporre formalmente (e non tramite social) all’amministrazione alcune proposte, che potrebbero dare sollievo ai bilanci di quanti a Guardiagrele investono con il loro lavoro e alle famiglie che da questo momento devono uscirne per forza rimboccandosi le maniche.

 

La sospensione della COSAP per il periodo di emergenza era un atto dovuto, ma le azioni veramente impattanti sono quelle che sgravano il cittadino, non quelle che semplicemente “rimandano” un pagamento, così come è stato ad oggi per la TARI. 

Non si può chiedere ai commercianti e agli imprenditori di pagare (anche solo in parte) la tassa sui rifiuti per un periodo in cui le attività sono state costrette alla chiusura.

 

Inoltre, il comune deve garantire la gratuità dell’occupazione del suolo pubblico per l’intero periodo di ripresa dell’economia, proprio perché la Fase 2 deve diventare un'occasione di rilancio e gli spazi esterni alle attività assumono grande importanza, oggi più che mai per il rispetto delle norme sul distanziamento sociale e devono essere garantiti senza costi aggiuntivi. 

In vista di questo, prevedere già la chiusura di aree del paese da rendere pedonali e a disposizione delle attività.

 

Per le aziende che cosa è previsto invece? Un primo passo potrebbe essere rivedere la percentuale di addizionale comunale all’Irpef, ad esempio.

 

Queste “semplici” scelte, possono già essere fatte senza condannare il cittadino o il commerciante all’incertezza del futuro e farlo aspettare oltre, ma dando intanto garanzie di vicinanza concreta.

La “grande campagna di ascolto sul futuro della nostra città” annunciata dal sindaco, può avere senso se intanto si fanno dei passi verso i cittadini e non il contrario.

In questo momento l’istituzione deve fare il possibile e oltre. Senza far passare altro tempo prezioso. 

 

Dal punto di vista sociale invece, qualcosa si è mosso… è stata approvata a maggioranza, durante lo scorso consiglio comunale online di Venerdì Santo, il taglio dei fondi per i servizi sociali per gli anni a venire

Il tutto in piena emergenza sanitaria.

 

La previsione di investimento per le politiche sociali per gli anni 2021 e 2022, non solo non prevedono alcun fondo integrativo che ponga l'attenzione a quanti non sono ricompresi nelle misure del Governo e vivono condizioni di particolare indigenza, ma sono segnate da un segno MENO per 130 mila euro l’anno

Parliamo di fondi dedicati ai servizi essenziali, come assistenza domiciliare, assistenza scolastica e anziani, alle famiglie con difficoltà, ecc… tutto ciò che ci servirà prioritariamente nei prossimi anni a venire.

 

Sembra incredibile, ma è proprio quello che è successo!

 

 

Il motivo è la copertura del mutuo richiesto per la costruzione del palazzetto dello sport, che graverà sul nostro bilancio per i prossimi 15 anni.

 

Sia ben chiaro che politicamente ognuno è libero di fare le proprie scelte assumendosene la responsabilità; ogni amministrazione decide le proprie priorità. 

Quello che più fa arrabbiare è il momento storico in cui è stata confermata in Consiglio questa decisione. Non ascoltando la richiesta dei consiglieri, di sospendere temporaneamente la decisione .

 

 

Anche in questa fase abbiamo chiesto maggiore condivisione… condivisione ancora una volta rispedita al mittente. 

 

Non siamo stati messi nelle condizioni di poterne prima discutere (nell’apposita commissione consiliare) così da arrivare in consiglio comunale il più uniti possibile, data l’importanza della decisione, che influenzerà, ripeto, le scelte economiche  (e purtroppo sociali) dei prossimi 15 anni!

 

Inoltre, il bilancio comunale è già messo a dura prova e lo dimostra il fatto che per far fronte alle necessarie spese di questo difficile periodo, si è dovuto far uso di parte del Fondo di riserva (fondo che serve per adeguare  le  previsioni  di spesa del bilancio fatte ad inizio anno, alle nuove o maggiori esigenze di spesa di fine anno).

 

Ma a fine mandato, come prevedono di lasciare il bilancio? L'amministrazione non è consapevole (o finge di non esserlo) della difficile fase economica e sociale alla quale dovremo far fronte? Come affronteremo la ripresa? 

Non voglio credere che tutto questo stia avvenendo solo per fini elettorali.

 

In Consiglio Comunale l’attuale Assessore al bilancio ha specificato che questo taglio è un movimento finalizzato alla copertura della rata del mutuo, che in qualche modo andava prevista, ed ha aggiunto che le cifre tagliate in futuro andranno riadeguate visto che il Governo ha promesso sostegno. 

 

Ma ad oggi la situazione economica nazionale è ben chiara e non si possono prendere decisioni così importanti nel locale sapendo che neanche il Governo riuscirà a garantire i fondi necessari alla totale copertura della difficile situazione economica e sociale attuale, perché anch’esso è stato costretto a far fronte ad anticipazioni ed investimenti straordinari. 

A dimostrarlo è anche la richiesta di aiuto lanciata all’Unione  attraverso la proposta dell’European Ricovery Bond.

 

Come possono pensare quindi, che nell’immediato futuro (2021 e 2022), arriveranno maggiori finanziamenti dal Governo Centrale?

 

Oggi, soprattutto a livello locale, dobbiamo lavorare per il nostro futuro senza lasciarci scappare un centesimo, sperando di superare presto anche la Fase 2, con la collaborazione di tutti, difendono la capacità produttiva di tutte le nostre attività, dando la possibilità di tornare a consumare e accantonando una base importante di investimenti per il sociale tale da non pregiudicare la ripresa.

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