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“Voglio ricordarti così, Rino”

Leo Caramanico racconta la storia del torneo organizzato a Comino

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Un'intervista che lascia il segno. Pochi minuti. Emozioni, ricordi, ammirazione si mescolano.

La mente di Leo Caramanico torna indietro, a tre anni fa.
Da dirigente di una squadra di calcio a 11, il Maiella Calcio, viene chiamato ad organizzare un torneo di calcio a 5 a Comino.

“È stato inevitabile, non potevo non ricordarmi di Rino. Rino era un ragazzo con la vocazione per il pallone, un po' come tutti noi ragazzi, all'epoca. Ma aveva qualcosa più degli altri: talento. Era il più bravo tra noi, tanto da giocare nell'allora NAG.”

Un destino beffardo, però, non gli permise di continuare a portare alla luce questo talento.

“Rino, un ragazzo non fortunato. Era una tristissima domenica pomeriggio di giugno, lui stava andando al mare con altri tre ragazzi. Erano in quattro, ma due di loro non fecero ritorno a casa. Uno di questi era proprio lui.”

Le parole lasciano posto, per qualche istante, all'emozione. Un ricordo così vivido non può non suscitare commozione.

“A distanza di quasi 40 anni mi è tornata in mente la sua storia. Ho voluto ricordarlo così, attraverso la sua passione. Questo torneo “va avanti” ormai da tre anni.
Il primo ha registrato l'iscrizione di ben 15 squadre, nel secondo ne abbiamo avute un po' meno, 11, e quest'anno siamo tornati a 13.”

Un buon risultato. Una manifestazione che racchiude il vero senso del calcio, il vero spirito di squadra.

“Finché sarò io a organizzare il torneo, a differenza di altri, non ci saranno mai soldi in palio. Per me rimane il senso goliardico della manifestazione: giocare come si faceva allora, per divertirsi e far divertire.”

Il pubblico che assiste alle partite, che si tratti di tifosi o di semplici curiosi, è grande, attento, partecipe a modo suo.

“Il fine è cercare di coinvolgere non solo Comino, ma anche tutte le contrade vicine.
Il senso di questo torneo è tentare di “tornare indietro nel tempo”, di riportare il calcio alla sua genuinità, a quando ero ragazzo io.”

Forse non si potrà tornare indietro nel tempo, ma questo evento, questo modo di vedere, sentire, amare il “pallone” dimostra come sia realmente possibile “tornare indietro nel calcio”.

Leo Caramanico, con questa semplice ma significativa manifestazione, ha permesso alle “sue” squadre di fondere passione, sana competizione, voglia di mettersi in gioco.

Nella sua mente, in quella dei giocatori e sicuramente anche sul campo, c'è sempre un posto privilegiato per il ricordo. Un ricordo che porta il nome di Rino.

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