E' domenica e questo pomeriggio a San Vito Chietino ci sarà qualche nuvola, un po' di vento e delle persone, si spera tante, che parteciperanno a un'assemblea pubblica per informare e confrontarsi sulla questione Ombrina Mare; dalle17.30, in sostanza, presso lo spazio Zona 22 ci saranno cittadini con una coscienza, la stessa che a volte usiamo più o meno a sproposito per fare crociate contro mulini a vento. Leoni da tastiera ci infuriamo per "l'ipocrisia della gente" e altri temi astratti e confusi, ci indigniamo per un paio di Hogan e, per una brioche e qualche Like in più, ci trasformiamo in un esercito in pigiama giubilante verso la Pietra Nera delle multinazionali, ma cosa facciamo concretamente per la difesa di noi stessi? Sì, perchè il caso Ombrina riguarda anche noi.
La Piattaforma petrolifera a 6 km dalla Costa dei Trabocchi, estesa 35 metri X 24 metri, alta 43,50 metri sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani), collegata a 4-6 pozzi che solo durante il periodo di avvio delle perforazioni dovrebbero produrre 14.258,44 tonnellate di rifiuti, distruggerebbe quello che dal 2001 è stato individuato dal Parlamento Italiano come parco nazionale, una grande risorsa per una regione come l'Abruzzo, cuore verde e incontaminato d'Italia che negli anni sta subendo a testa bassa i colpi di mille corruzioni, incomprensioni e incapacità di amministrare un territorio troppo stesso abbandonato a se stesso.
Se, per un paese come Guardiagrele, Ombrina Mare può sembrare un progetto distante, ci si sbaglia di grosso, quel Mare è il nostro mare, quello che ci vantiamo di poter scrutare dai belvedere, quello che rende uniche le nostre piste da sci, quella linea blu che se a volte si confonde con l'orizzonte non lo fa per nascondersi.
Dire NO a Ombrina, prendere posizione contro una vera causa, è un atto dovuto, lo dobbiamo all'Adriatico, che bello o brutto che sia, è il mare della nostra infanzia e di quella che si meritano anche le future generazioni di bagnanti, orde in secchiello e paletta che hanno tutto il diritto del mondo di farsi un bagno in acque limpide, di conoscere i segreti dei Trabocchi e le storie dei pescatori, di poter vivere nella propria regione con l'eredità che abbiamo saputo consegnargli, o che almeno abbiamo provato a difendere in un pomeriggio di inizio primavera rinunciando allo shopping folle e alla siesta postprandiale.
E' domenica e questo pomeriggio passatelo a San Vito.