Continuano le preoccupazioni del centrosinistra sull’ospedale SS. Immacolata. A destare sospetti sulla strada che il presidio ospedaliero stia imboccando, è questa volta l’abbattimento di un muro al piano terra.
Sembrerebbe che le azioni intraprese negli ultimi mesi, come il trasferimento del personale in altri ospedali, il trasloco di attrezzature e suppellettili e l'eliminazione di posti letto con annessi punti luce, e per l’ultimo l’abbattimento del muro, stiano a significare che si continuano a creare le condizioni perché l'ospedale non sia più quello di prima. E’ come se, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, che ha di fatto annullato il Piano Operativo 2010 firmato Chiodi – Baraldi, si continuasse a ragionare come se l'ospedale di Guardiagrele non esistesse più.
Come ha affermato Simone Dal Pozzo, esponente del Pd, consigliere dell’opposizione e autore dei ricorsi che fino a questo momento salvano il SS.Immacolata, sembrerebbe che si stia lavorando al trasferimento del Distretto Sanitario di base, violando, però, in questo modo, la sentenza del Consiglio di Stato. Il trasferimento del distretto sanitario dal vecchio ospedale era, infatti, un’azione contenuta nel progetto di riconversione del Santissima Immacolata in presidio territoriale di assistenza (Pta), un vero e proprio para-ospedale al di fuori della rete di emergenza e urgenza, privo di pronto soccorso, reparti e servizi ospedalieri.
Imboccare una tale strada è una scelta talmente importante da non potersi prendere con leggerezza considerando che anche gli spostamenti di spazi fisici possono comportare una limitazione di fatto della funzionalità dell'ospedale.
Ci si potrebbe anche chiedere, però, se la cosa sia in qualche modo collegata con il trasferimento dei nuclei di cure primarie gestito dai medici di base, azione prevista nel Programma operativo Chiodi-Baraldi , oggi evidentemente sospesa con la sentenza del Consiglio di Stato.
Nelle ultime settimane il centrosinistra ha inviato alla Asl numerose diffide dal portare avanti i progetti di riconversione dell'ospedale guardiese, presidio che secondo il Consiglio di Stato deve rimanere aperto in virtù del vasto bacino di utenza (circa 40mila persone del comprensorio pedemontano) e l'ubicazione in alta collina che renderebbe difficili i collegamenti con il clinicizzato di Chieti per gran parte dell'anno.
Dopo la vittoria del ricorso al Consiglio di Stato, il centrosinistra all'opposizione controlla sistematicamente e da vicino il ripristino dell'assetto dell'ospedale guardiese secondo gli standard del Piano sanitario regionale approvato a inizio 2008 dalla giunta di Del Turco. Il Santissima Immacolata deve, infatti, funzionare come un presidio dell'ospedale tripartito Chieti-Ortona-Guardiagrele, come stabilito nel Piano sanitario vigente.

