Si è discusso a lungo ieri durante la riunione convocata del sindaco di Guardiagrele, Sandro Salvi, per la salvaguardia dell'ospedale SS. Immacolata a cui hanno dato i giorni contati. Gli animi sono accesi poiché si teme il peggio. Nonostante ciò, non ci si vuole arrendere! Intanto una buona notizia: anche il Comune di Guadiagrele ha presentato il suo ricorso al TAR per sospendere il piano di riordino della sanità redatto dalla Regione. Se anche quest'ultimo appello dovesse essere respinto, la proposta dell'amministrazione comunale è quella di trovare un accordo con i commissari regionali per contenere al massimo i danni e salvare ciò che rimmarrà. Intanto il Piano Operativo procede come un carrarmato: in pochi mesi ha raso a tappeto i centri ospedalieri di Casoli e Gissi trasformandoli in Punti di Primo Intervento incapaci di soddisfare la richiesta di assistenza sanitaria. La stessa sorte si teme per l'importante polo di Guardiagrele, che accoglie malati da tutto il circondario e che, nonostante le difficoltà causate dalla mancanza di personale non sostituito, grazie alla forte collaborazione dei vari operatori riesce ancora a garantire una buona assistenza. “Noi viviamo alla giornata, non sappiamo niente, c'è un allarme continuo”: Sono queste le parole di sconforto di chi da anni lavora in un ospedale che oramai, a quanto dicono, “è terra di nessuno”.
Secondo il Piano Operativo il termine di chiusura per il SS. Immacolata è previsto per il prossimo 31 dicembre e, se questo non verrà modificato, già dal 15 dicembre si dovranno evacuare tutti i pazienti ricoverati.
In attesa delle decisioni del Tar il Direttore sanitario Dott. Delli Pizzi, responsabile dell'unità operativa di radiologia di Guardiagrele, sottopone alla Direzione Sanitaria due questioni urgenti: quella delle reperibilità e quella della gestione degli orari per fronteggiare le emergenze con due persone a servizio.
Nel dibattito interviene anche Angelo Orlando di “Guardiagrele il bene in comune” che lamenta il ritardo con cui si è mobilitata la battaglia per la salvaguardia dell'ospedale da parte dell'amministrazione comunale in carica : “la dismissione dell'ospedale di Guardiagrele è in itinere come previsto dal Piano Operativo. 217 unità operative verranno dismesse in Abruzzo senza dire di quali figure si tratta. Non esiste nessuna tutela e tra 2 o 3 mesi di sanità pubblica non rimarrà un'oncia.” Bisogna insistere!
La parola passa poi al primario del Pronto Soccorso, Dott. Iacovella Antonio, che sposta l'attenzione su nuove questioni: “Il primo problema è che non sappiamo cosa sta accadendo. Ciò che a me spaventa è che si fanno incontri per la ristrutturazione del territorio a livello sanitario ma al tavolo non siedono operatori ospedalieri.” “Bisogna dare un'organizzazione che risponda alle grandi esigenze.” “Se resta un primo soccorso bisogna iniziare ad organizzarci senza aspettare il 1° gennaio. Cerchiamo di salvare il salvabile, di trattenere tutti i servizi possibili.” L'unica soluzione sembra essere proprio questa: battersi per salvaguardare ciò che resta a Guardiagrele.
Anche Dal Pozzo partecipa al dibattito e porta alla luce due nodi cruciali chiedendo al Sindaco di Guardiagrele come convincere a sospendere il P.O. e ai medici come fare a garantire un Pronto Soccorso senza reparti per acuti alle sue spalle. Il Sindaco risponde che si contesterà il P.O. facendo leva sul fatto che non fornisce una strategia alternativa da seguire mentre il Dott. Iacovella dice che fin ora, grazie al grande spirito di gruppo nato dalla collaborazione di infermieri in servizio da più di vent'anni e medici, si sono riusciti a garantire tutti i codici, dal bianco al rosso.
Al tavolo si scopre anche un altro provvedimento che metterà ulteriormente in crisi la sopravvivenza dell'ospedale come struttura indipendente: la farmacia potrà dispensare i farmaci una sola volta a settimana al Pronto Soccorso che sarà dunque costretto ad andare a rifornirsi a Chieti.
La soluzione finale è per tutti unanime: limitare il danno salvaguardando ciò che resta e cercando di garantire un servizio di qualità. Lo dice il Sindaco Sandro Salvi e lo ribadiscono i sindaci delle altre comunità, gli operatoti del settore e gli assessori che, riconciliati gli interessi, sono pronti a recuperare una coralità nell'azione territoriale.
Si riuniranno la prossima settimana per formulare una proposta da presentare al Direttore generale della ASL Chieti-Lanciano-Vasto, Francesco Nicola Zavattaro. Si è disposti anche a presidiare le aule della Regione per far sentire la propria voce. Si lotterà fino all'ultimo pur di non accettare passivamente un provvedimento fallace. In extremis si ricorrerà al Tribunale della Repubblica per denunciare i reati di interruzione di pubblico servizio e di abuso d'ufficio. Intanto si dispongono i seguenti obiettivi: la tutela del Centro di Primo Intervento, la sopravvivenza del Centro Alzheimer e la riorganizzazione del distretto.