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“Il vino che verrà”, riflessioni a vendemmia ultimata

La parola agli esperti: «La qualità ripaga sulla quantità»

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La vendemmia è un momento topico e liberatorio per ogni viticoltore: dopo tanti sforzi e fatica finalmente si coglie il frutto che la terra dona, che diverrà poi un “liquido inebriante”. «Un’annata particolare ed unica, direi quasi eccezionale qualitativamente», afferma Gianfranco Fiore, proprietario di “Enoteca Fiore”, estremamente soddisfatto della propria raccolta. Preoccupato nel mese di luglio, per le ripetute piogge che avrebbero potuto portare l’uva ad una non ottimale maturazione. In agosto e settembre, invece, il caldo ha fatto da protagonista regalando frutti succosi e maggiore gradazione alcolica. «Per il Trebbiano si sfioreranno i 18 gradi, per il Montepulciano i 21. Ottime anche le altre tipologie. Potrebbe essere una delle migliori annate degli ultimi 30 anni, anche se inferiore per quantità». Anche Simone Serra, giovane emergente presso l’azienda vinicola “Masciarelli”, parla di qualità e non quantità. «La sorpresa è stata fatta dall’estate scoppiata in ritardo e dalle tante piogge che l’ha preceduta. Si è temuto il peggio dopo la grandinata di settembre che, per fortuna, non ha prodotto danni». Pronti ad aspettare che “ogni mosto diventi vino” per assaporare i frutti di questa spettacolare annata. Ricordando sempre che nella botte piccola c’è vino buono.
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