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Guardiagrele e il problema dei piccioni torraioli.

La cittadinanza ha un ruolo fondamentale.

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E se Povia cantava contento la sua canzone in cui nominava i piccioni e il loro amore sopra i cornicioni, il Sindaco Sandro Salvi si è visto costretto a rivolgersi al Dipartimento di Igiene e Prevenzione della ASL di Chieti chiedendo un intervento per risolvere i diversi inconvenienti arrecati da questi volatili. A causa dell’aumento delle temperature invernali degli ultimi anni e dei numerosi anfratti presenti negli edifici del nostro Centro Storico, i piccioni sono infatti considerevolmente aumentati di numero. Una situazione che ovviamente non può che arrecare danni di tipo architettonico, come il degrado di monumenti ed edifici causato dalle deiezioni degli uccelli, oltre che un degrado ambientale determinato dall’accumulo di escrementi e a volte delle carcasse di piccioni morti. Quello che si vuole evitare, però, è soprattutto un problema di natura sanitaria, considerando il rischio di trasmissione di patologie dal piccione all’uomo. I colombi urbani, quando presentano densità superiori a 300-400 individui/kmq, sono causa di un particolare tipo di inquinamento biologico. Il principale problema deriva essenzialmente dalle loro deiezioni, che infastidiscono la popolazione e possono provocare veri e propri danni: il guano dei piccioni intasa le grondaie; la sua componente acida erode le pietre dei palazzi e dei monumenti alterandone la struttura e crea cattive condizioni igieniche. Il principale problema è costituito dalle reazioni allergiche che possono derivare dalla puntura delle zecche dell'animale; ecco perché risulta opportuno evitare che i piccioni nidifichino nelle abitazioni o vi vengano attirati da residui di cibo, realizzando al limite siti di nidificazione ed alimentazione alternativi, posti sotto controllo sanitario. Il ruolo della cittadinanza in questo senso è molto importante: lo sforzo deve essere di tutti, affinché siano limitate le risorse alimentari dei piccioni torraioli e vengano circoscritti i siti riproduttivi da parte dei proprietari degli immobili con adozione di misure atte ad impedire la penetrazione, la posa e la nidificazione.
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