"In relazione alla vostra nota recante "Sentenze TAR Abruzzo nn. 263/2011 e 292/2011 diffida", acquisita al protocollo n. 8662 del 7.6.2011, si rappresenta che i poteri del Commissario straordinario sono conferiti con deliberazione del Consiglio dei Ministri. Pertanto il Consiglio Regionale non ha competenza in materia".
Questa la risposta che il presidente del Consiglio regionale, Pagano, ha fatto pervenire alla nota inviata dal gruppo consiliare "Guardiagrele il bene in comune" con la quale, alla luce dei pronunciamenti del TAR sull’ospedale di Guardiagrele, si diffidava dal portare in discussione in Consiglio Regionale atti modificativi dell’assetto sancito dal Piano Sanitario Regionale del 2008 e dal concedere, sia pure di fatto, poteri al Commissario.
Nella stringata risposta il presidente del Consiglio regionale si limita a dire che il Commissario è nominato dal Consiglio dei Ministri e che il Consiglio Regionale non ha competenze in materia.
Commenta a riguardo Simone Dal Pozzo: "La risposta non può non destare, al tempo stesso, sollievo e preoccupazione: preoccupazione perché è davvero singolare che il presidente dell’Assemblea legislativa regionale, deputata per legge a disciplinare l’organizzazione sanitaria, dica di non avere competenze in materia; sollievo perché questo, in fondo, ci fa pensare che il Consiglio fortunatamente non intende portare in discussione un nuovo piano sanitario o, peggio, come qualcuno ha detto, lo stesso piano operativo per conferirgli il crisma della legge regionale.
Quanto ai poteri commissariali, sappiamo bene che il Commissario è nominato dal Consiglio dei Ministri.
Ma il tema, evidentemente, era posto nella nota al presidente del Consiglio regionale per un semplice tuziorismo, al solo scopo di non trascurare nessun argomento a difesa di una posizione che è ormai nota a tutti e che il TAR ha confermato.
Insomma, è chiaro che la Regione non dà poteri al Commissario, ma è chiaro che le alchimie che persino il governo si appresta a concretizzare in un decreto legge di cui si sente sempre più parlare, potrebbero passare anche per un avallo del Consiglio e questo, ovviamente, va assolutamente evitato.
Insomma, se si voleva creare ulteriore confusione o dimostrare che in materia di programmazione sanitaria si naviga nel buio, questa è, purtroppo, l’ennesima prova".

