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Torneo di biliardino

Un sport popolare e antichissimo

La Redazione
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Dopo il ping pong, a Orsogna, lo scorso fine settimana, è iniziato il torneo di biliardino, a cui si sono iscritte molte persone. Quella per il biliardino è una grande passione per milioni di persone di tutti i paesi del mondo, dai bambini che giocano nei bar fino agli anziani che rimembrano anche le prime partite da giovani sui primi tavoli rozzi e in pendenza. Non ci sono scuse o rivincite, o si vince o si perde... il verdetto inoppugnabile lo stabilisce il campo, o meglio, il tavolo da gioco. Un gioco antichissimo, visti i quasi cento anni di storia che lo accompagnano senza modifiche sostanziali. Il mondo dei videogiochi ha subito pesanti evoluzioni dal vecchio pacman e altri giochi degli anni 80 ad oggi. Il biliardino no. E' praticamente rimasto identico, forse proprio perché è perfetto così com'è, e soprattutto... non stanca mai ! Non c'è persona che possa passare davanti a un tavolo con indifferenza. Prima o poi tutti si tirano su le maniche, convertono la moneta in gettone, tirano la leva, e al lancio della pallina in campo inizia alla magia !Per molti decenni nessuno ha mai saputo quantificare il numero di giocatori dl biliardino. Sembra banale affermare che ognuno prima o poi ci ha messo le mani sopra, e che quindi è facile immaginare il numero dei giocatori, ma se vogliamo parlare proprio di maniaci e appassionati basta guardare i numeri della Federazione, che conta quasi 20.000 iscritti. Il campionato italiano di biliardino a coppie dell'UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti), anno 2000, ha visto la partecipazione di oltre 10.000 giocatori (oltre 5.000 coppie). Ricostruire il percorso storico del calcio balilla o biliardino che a dir si voglia è tutt'altro che semplice, le fonti sono molte e contraddittorie. Sintetizzando le informazioni più accreditate, fornite dalla Famiglia Garlando (nota casa costruttrice di calcio balilla che distribuisce in tutti i continenti, il biliardino sembra sia stato concepito in Germania dal tale Broto Wachter tra gli anni '20 e '30, con l'intenzione di portare il gioco del pallone su un tavolo. Contemporaneamente in Francia vennero realizzati i primi tavoli rudimentali (ad opera di Lucien Rosengart, operaio della Citroën già realizzatore di invenzioni in altri campi). Nel frattempo in Spagna a Barcellona Alejandro Finisterre costruiva il biliardino nella sua forma più moderna con omini sagomati. Nel 1937 depositò il brevetto battendo sui tempi il tedesco. Rimane nella storia il dualismo di nazionalità dell'idea, poiché il nome inglese Foosball che rappresenta il calcio balilla è molto simile al nome tedesco fußball, con cui oggi si chiama il gioco. L'idea prende forma nei bar e club nei quali si riunivano per festeggiare le vittorie o a bere (per dimenticare!) sulle sconfitte delle numerose squadre di calcio locali. così il primo prototipo di calciobalilla è presto costruito e la sua diffusione è talmente rapida che in breve praticamente ogni club si trova ad avere il proprio kicker, questo infatti è il nome con cui il gioco viene identificato, e che entra nell'uso comune, tanto che ancora oggi, in Germania, è uno dei più usati per indicare il calciobalilla. I primi tavoli furono realizzati usando cassoni artigianali in legno per contenitore, e con aste e omini di legno. Le porte ricavate da fori sui cassoni con secchielli appesi o teli per raccogliere le palline. Non è difficile immaginare quanto questo mezzo grezzo potesse comunque essere divertente e suscitare nelle fumose atmosfere delle bische europee la sensazione di far parte di una squadra di calcio senza avere gli scarpini ai piedi. Ogni tavolo aveva le sue imperfezioni per cui giocare da un lato del tavolo o dall'altro comportava magari avere un giocatore senza testa o inclinato (data la scarsa qualità dei giocatori, dopo qualche tempo le mutilazioni erano all'ordine del giorno), o giocare dal lato del tavolo in cui la maniglia era grippata. Ovviamente se mancava l'olio sulle aste si provvedeva a lubrificarle con vino, birra o quant'altro fosse a portata di mano. Francia, Germania e Italia iniziano la produzione di modelli più o meno standardizzati. La Francia si distinse subito per l'impiego di aste telescopiche (che non fuoriescono dal lato opposto al giocatore). L'Italia subito segui i produttori d'oltralpe e la produzione tricolore crebbe notevolmente. I primi esemplari nostrani videro la luce tra gli anni 30 e 40, grazie all'artigiano Poggibonsi. Alla fine della seconda guerra mondiale i primi biliardini trovarono spazio nei centri per la riabilitazione psicomotoria dei reduci di guerra. L'ipotesi del secondo nome "calcio balilla" sembra legata a questo impiego. Tuttavia la vera e propria produzione industriale ha inizio negli anni 50.Ancora una volta la Francia è in testa, quando nel 1947 Marcel Zosso (marsigliese) realizza i primi calciobalilla in serie, denominati "sportfoot", che realizzano vendite clamorose in tutta la nazione. Nel 1949 Zosso decide di esportare il suo tavolo in Italia fondando una sede ad Alessandria, in cui arriva in treno, in una tarda sera del dicembre 1949. La leggenda vuole che Zosso, nel cercare i fornitori per la produzione di materie prime e soprattutto dei telai in legno, si avvicina alla cerchia dei fabbricanti di casse da morto. Inizia la produzione italiana, avvalendosi dei detenuti del carcere di Alessandria per svolgere la manodopera. Contemporaneamente, gli italiani della Famiglia Garlando si lanciano nel mercato e parallelamente al francese iniziano a produrre i calciobalilla che oggi sono famosi in tutto il mondo. Da allora (era il gennaio 1950) sono passati quasi sessanta anni e il nome Garlando è in testa a tutte le classifiche di produttori mondiali di calcio balilla. Una partita a biliardino fa bene alla salute. Non di certo come una vera partita a pallone ma sicuramente, per chi lavora al computer tutto il giorno, questo gioco, ottimo passatempo e soprattutto grande via di mezzo tra divertimento e attività fisica, riporta la mano da mouse, che oggi attanaglia tutti coloro che lavorano davanti a un computer, ad una corretta circolazione. Anche i riflessi ne guadagnano a lungo termine, poiché è stato dimostrato che l'attenzione alla pallina migliora la velocità di reazione del sistema nervoso e che si ripercuote in tanti altri giochi, ma anche alla guida di un'auto o in altre particolari situazioni quotidiane. Importante è, per una corretta postura, non inclinarsi eccessivamente sopra il tavolo, ma mantenere quanto più possibile la posizione eretta.
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