“Spettabile WWF,
nel corso della mia vita, soprattutto di quella politica e pubblica, ho sempre scelto di parlare e scrivere al plurale e mai al singolare.
Rigetto profondamente chi nell’illustrare una azione comune, soprattutto se si parla di territorio e comunità, lo interpreta anche nel linguaggio e nella scrittura, come una cosa privata e non collettiva utilizzando la prima persona e non il positivo plurale.
Oggi mi vedo costretto a farlo perché si rende necessario far capire da che parte si trova il mio pensiero che lo ritengo consono e in coerenza con la
mia coscienza.
Allora inizio con il dire e scrivere che Montepiano é la mia casa, ma non in senso privatistico.
Essa é la mia dimora come lo é per tutti i miei concittadini roccolani, la natura che vive su di essa e sotto di essa.
Come ogni casa l’accoglienza é un valore, se si rispettano le regole, il buon senso e la capacità di guardare al futuro ed al domani di tutto e di tutti.
Messi questi paletti vado a illustrare il mio punto di vista che non é solitario e che mi consente, da sindaco della comunità, di raccogliere ogni sensibilità e altrettanti e legittimi punti di vista da parte di tutti, anche di chi oggi critica il mio operato.
Sono profondamente permeato dalla capacità di ascolto che in ogni messaggio, sollecitazione o invito, cerco di raccogliere i temi posti e le profonde motivazioni che ne hanno determinato la genesi.
Questo, per me, diventa per giorni e giorni il cruccio personale, tanto da somatizzarli, nello sforzo di cercare in ogni modo una risposta.
Chi pone un tema o una domanda ha necessità di avere, da parte di chi rappresenta tutti, un pronunciamento anche quando questa non appare una
soluzione condivisa.
Nel corso della mia vita non ho mai fatto nulla contro la mia personale coscienza.
Seppur condizionato da mille opinioni ho fatto tutto ciò che in cuore mio ho sentito di fare, nella vita privata e nei sentimenti, negli studi e nel lavoro, nella politica e nel volontariato anche quando, in più di una circostanza, poteva sembrare andassi controcorrente.
Anche da cittadino eletto é stato lo stesso e quando ho avvertito la necessità di rimboccarmi le maniche mi sono assunto ogni tipo di responsabilità senza scappate di fronte ad esse.
Voglio ricordare, scrivendo al singolare, ma solo per dare una risposta a me stesso, che nei mie 45 anni di vita sono stato sempre dalla parte di chi
ha difeso il territorio, chi materialmente lo ha bonificato, sistemato, trovato soluzioni, assunto responsabilità private e pubbliche per salvaguardare natura, salute ed esigenza di sviluppo.
Ho sempre pensato ed agito nel rispetto della legge e dentro l’idea che se si vuole mantenere ancora viva la presenza delle persone nelle aree interne, come nel mio mio caro paese, salvaguardia dell’ambiente ed esigenza di sviluppo devono camminare in sintonia.
Chi mi conosce e sa la mia personale storia non ha dubbi, chi ha una opinione diversa dai miei ideali ha sempre trovato in me un interlocutore disposto ad ascoltare ogni ragione, critica e opinione diversa.
Porte aperte quindi a chi cerca un confronto costruttivo per migliorare la nostra terra, renderla bella e accogliente rispetto a come é oggi.
Tutto ciò che ho fatto per Montepiano (azione condivisa con chi ha amministrato ed amministra il paese), insieme all’intero territorio comunale é sotto gli occhi di tutti e della mia coscienza.
Anche per questo motivo do piena disponibilità ad incontrare il WWF e chiunque senta l’esigenza di dirmi la sua opinione per cercare, su ogni cosa, una soluzione compatibile con ambiente, salute e legittimi eventi.
Inizio quindi a scrivere il tema che altro non é che un evento, già organizzato e programmato.
Una tappa di un campionato sportivo nazionale sul territorio di Roccamontepiano.
Credo che il WWF, dalla sua storia e funzione importantissima che ha sempre avuto, non debba farsi convincere immediatamente da una sola voce di
denuncia e farsi trascinare in una presa di posizione netta con tanto di appello sintetizzato in un “no al campionato di minienduro a Montepiano”,
senza aver ascoltato le ragioni e le posizioni di chi vive ed amministra quel territorio, se vogliamo anche escludere in questo caso chi a questo
evento ci ha lavorato per mesi.
Spesso si rischia di far passare l’idea che gli ambientalisti e le associazioni che lottano in difesa della natura più che su ragioni scientifiche, siano entità a cui dà fastidio qualsiasi tipo di attività.
Ovviamente non è la mia opinione ma è sentire comune e diffuso in ogni ambiente che frequenti, tanto che sul territorio manca la presenza e l’adesione ad associazioni ambientaliste.
Da primo cittadino e nella mia vita privata ho sempre pensato che le occasioni per ricevere ospiti sul nostro territorio fossero da contare sulle dita di una mano in un intero anno, Natale, Pasqua e Pasquetta, festa di San Rocco.
Da sempre ho capito che la sopravvivenza della mia comunità passa anche sui principi della bellezza della natura e dell’accoglienza, oltre che quella di sviluppo e sostegno pieno alle attività presenti e magari quelle da far nascere o far arrivare.
La porta a Roccamontepiano è sempre aperta, questo è il messaggio che ho sempre cercato di far capire e trasmettere, soprattutto a chi viene da fuori, se tutto é conciliabile con ambiente e salute.
Alcuni mesi fa, insieme a tanti protagonisti della ricettività e delle attività economiche, riflettevo proprio sul significato di ospitalità tanto che il progetto messo in campo si chiama “terra accogliente” e coinvolge sette paesi di cui Roccamontepiano è protagonista.
Da padre so quanto è difficile avere dei figli in casa e anche ospitarne altri, perché i bambini te la sporcano ma non per questo mi privo della gioia di averli presenti.
Tutto ciò è un dato di fatto e mi sono chiesto, profondamente, cosa significa essere ospitali ed accoglienti?
Senza questa forma mentale, mi dispiace molto dirlo, non andiamo da nessuna parte.
Nel rispetto di casa mia e senza che nessuno vi arrechi danni irreparabili o voluti di proposito, penso che tutti gli ospiti e commensali debbano sentirsi accolti ed a proprio agio.
Credo che alcuno imiti debbano essere posti in maniera corretta e non in maniera pregiudiziale.
Io penso che la mia libertà finisce dove inizia la tua e in suo contrario.
Anche per questo motivo ho accolto diverse riflessioni sulla necessità di evitare la presenza di moto rumorose nelle zone abitate del mio paese ma la gara nazionale a Montepiano, se verrà svolta, lo si farà su dei campi agricoli in un circuito già collaudato da un altro appuntamento che si é svolto lo scorso anno e senza particolari tensioni, anzi, a maggio 2019 gli ospiti sono stati bene e hanno apprezzato natura, territorio ed ospitalità e i giorni dopo i luoghi sono tornato ad essere quelli che erano.
Finito l’evento i campi sono tornati ad essere tali nel pieno rispetto dei luoghi.
Insomma abbiamo “sacrificato” uno o due giorni dell’anno di 365 disponibili.
Penso che Montepiano, con regole certe, ben illustrate e pianificate con gli organizzatori che tengono conto del rispetto dei luoghi e delle misure di sicurezza anti Covid-19 può e deve ospitate un evento nazionale, sostenibile e capace di far conoscere la nostra splendida terra ad un vasto pubblico, proveniente da tutta Italia.
La piccola parte circoscritta di Montepiano, dove dovrebbe svolgersi l’evento non è un deserto naturale, lo voglio dire a chi ha letto il comunicato pubblicato sulla stampa. Non siamo nel perimetro del Parco Nazionale della Majella e qui ci sono campi agricoli e Pascoli.
Bisogna essere corretti nell’esposizione e ricordare che oltre quarant’anni fa in questo luogo fu realizzata una strada asfaltata ed un campo sportivo
comunale.
Tali infrastrutture non sono state mai pienamente funzionali tutto l’anno, per trovarsi a 650 metri sul livello del mare.
Eppure, nonostante il fatto che qui non vi fosse una rete fognaria o impianto di depurazione i liquami si spargevano nel terreno e nessuno ha mai posto la questione, salvo poi che da primo cittadino, oltre dieci anni fa, con 26.000 euro si riuscì a rendere funzionale quello che ormai era diventato l’ex impianto sportivo del paese. Fatto questo si é recuperato le strutture abbandonate a cui era stato condannato con tanto di reti metalliche arrugginite.
Con un finanziamento pubblico si é realizzata un’area camper funzionate ed autorizzata e recupero degli ex spogliatoi per garantire servizi ai visitatori.
Terminati i lavori si é provveduto a dare in gestione, insieme all’area pic-nic, tutta la parte pubblica destinandola all’accoglienza turistica con tanto di gradimento.
Ho contribuito così a dare aver una soluzione ai tanti problemi che vi erano e che perduravano da decenni.
Voglio ricordare che il Comune faceva fatica nei primi anni del mio mandato, anche solo a tenere sotto controllo la zona, sfalciare l’erba e ripulire la zona dai rifiuti lasciati in giro.
Regole, ospitalità e rispetto della natura e soprattutto salvaguardia dei luoghi sono arrivati grazie a queste azioni e sensibilità.
Ho fortemente sostenuto il fatto che tutta Montepiano restasse intatta, mantenendo il vincolo nella variante al Piano Regolatore di parco comunale su tutto l’altopiano rigettando la tentazione di chi pensava e chiedeva di poter allocare rimesse agricole o costruzioni private, in virtù dell’assoggettamento di terreni agricoli ai fini edificatori.
Voglio ricordare a me stesso il no, secco e determinato ad una società di energia rinnovabile che propose un progetto di ben 8 pale eoliche su Montepiano, di ben 80 metri di altezza, con tanto di benefici economici ed introiti per le casse comunali.
Perché ho detto di no a questo progetto? Per l’evidente incompatibilità con natura, paesaggio e falde acquifere.
Non é stato il mio unico no.
Nel mio mandato da sindaco tra il 2002 e 2012 dissi anche no all’ampliamento della discarica consortile del chietino a Colle San Donato, a ridosso del territorio roccolano, per evidenti problemi di dissesto idrogeologico.
Eletto presidente di quel Consorzio nel 2012 ho fatto in modo di consolidare quella discarica chiusa e porre una pietra tombale su quell’ipotesi e progetto di ampliamento.
Ho detto no al centro oli, no a ombrina mare, no all’Abruzzo petrolifero no alla privatizzazione dell’acqua, no al nucleare e no al referendum sulle trivellazioni in Adriatico, tutto in coerenza con i miei valori.
Ma nella mia vita ho anche detto si.
Si, ad esempio, al parco fotovoltaico sempre di fianco all’area dell’ex campo sportivo di Montepiano e a quei terreni coltivati. Un opera sostenibile e rimovibile a confinante l’ex campo sportivo tutto in visione eco compatibile.
Ho detto si alle giornate di volontariato per bonificare le aree soggette ad abbandono di rifiuti e pneumatici e si alle feste dell’albero a Montepiano.
Vi sarebbero tante altre cose da dire ma mi rendo conto di aver spaziato nell’intento di cercare di illustrare ciò che ho fatto nel recente passato, in coerenza ed aderenza alla mia coscienza.
Per il resto mi rendo disponibile ad incontrarci, in qualsiasi momento, come ho sempre fatto con chiunque.
Spero, con tutto il cuore, che il confronto costruttivo possa essere sempre il fertile terreno dove continuare a coltivare le buone idee ed i progetti per il futuro, in sintonia con l’ambiente ed il bene della mia comunità.