Comunicato del gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune” in merito alle iniziative di contrasto al programma operativo del commissario per la sanità alla vigilia dell’udienza del TAR l’Aquila.
Mentre si attende l’udienza del 1° dicembre quando il TAR deciderà sulla richiesta di sospensiva del programma operativo e delle sorti dell’ospedale di Guardiagrele per il quale la chiusura è prevista il 31 dicembre, il gruppo consiliare, a poche settimane da quella data, intraprende nuove iniziative.
Con una nota a firma dei cinque consiglieri del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” (Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio, Simone Dal Pozzo, Angelo Orlando e Gianluca Primavera), è stato chiesto un incontro al Prefetto di Chieti per informarlo della situazione, delle iniziative giudiziarie, di quanto risulta dalla documentazione che è stata anche pubblicamente esibita e per rappresentare tutta la preoccupazione per un provvedimento che, se non sarà sospeso, costituirà una gravissima lesione al diritto alla salute e all’assistenza dei cittadini di un comprensorio di circa 40.000 abitanti.
I consiglieri intendono far presente al Prefetto che, con la disattivazione del presidio di Guardiagrele, verrà gravemente compromessa la funzionalità del servizio di emergenza-urgenza dal momento che il progetto prevede lo smantellamento del Pronto Soccorso e la presenza di una sola ambulanza del 118.
Le stesse informazioni e preoccupazioni saranno condivise con il personale dell’ospedale al quale si intende chiedere un incontro e alle associazioni di Guardiagrele.
L’iniziativa dei Consiglieri coincide con il diffondersi sempre più insistente di voci secondo le quali i ricoveri dell’ospedale di Guardiagrele saranno sospesi a partire dal prossimo 15 dicembre; da quella data, secondo la prassi attuata a Casoli e Gissi, quindi, inizieranno le dimissioni fino al sostanziale svuotamento della struttura.
La situazione appare quanto mai grave tanto che, di fronte alle numerose illegittimità sollevate davanti al TAR L’Aquila, il gruppo consiliare non ha escluso il ricorso, sia pure per consultazioni e per un confronto, alla Procura della Repubblica dal momento che sussisterebbero, di fronte alla eliminazione di posti letto e di un intero ospedale senza che il territorio sia garantito e presidiato di servizi sanitari, i presupposti per configurare una interruzione di pubblico servizio e, di fronte alle palesi illegittimità denunciate, quelli di un abuso d’ufficio.
Dal punto di vista dell’iniziativa politica, il gruppo consiliare ha chiesto e chiederà anche la convocazione di Chiodi, Baraldi e Zavattaro davanti alla commissione parlamentare di Inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali alla quale dovranno motivare le ragioni di una procedura che non ha tenuto conto di nessuna concreta valutazione economica, che ha abusato delle previsioni del nuovo patto per la salute tagliando oltre 800 posti letto in più del necessario.
Per i prossimi giorni, intanto, il gruppo annuncia anche iniziative dimostrative che saranno rese note all’indomani del consiglio comunale convocato per martedì 23 settembre.
Sebbene il sindaco e l’amministrazione non abbiano ritenuto opportuno prevedere una discussione sulla situazione dell’ospedale (il consiglio, infatti, è convocato per l’assestamento del bilancio) e neanche di rispondere alle decine di sollecitazioni degli scorsi giorni, i consiglieri solleveranno il problema rinnovando tutte le domande rimaste senza risposte e, in particolare, quella sul ricorso amministrativo che ancora ci si augura presentato, sia pure alla scadenza del termine di legge e, comunque, preceduto dalle iniziative giudiziarie che da settimane hanno impugnato il provvedimento.
Rinnoviamo, tuttavia, l’invito al sindaco a rassegnare le dimissioni di fronte al perdurante silenzio data la gravità del momento e la serietà della situazioni.

