Il sindaco Sandro Salvi, con ai lati gli Assessori Donatello Di Prinzio e Pierluigi Dell'Arciprete, vorrebbe indossare i panni di Mosè, ma non può aprire le acque perché l'acqua è scomparsa!
La storia:
1) nel tardo 2002, grazie al Governo Berlusconi e all'ansia di modernità di sindaci e partiti (ricordate chi era contrario?), nascono tre consigli di Amministrazione: Ato, Isi e Sasi;
2) immediatamente, pur conoscendo lo stato di vetustà degli acquedotti, i sindaci (purtroppo anche l’allora primo cittadino di Guardiagrele e il suo fido delegato), che sapevano anche che da quel momento tutti gli investimenti sarebbero stati finanziati dalle tariffe, cioè dai cittadini, si affrettano a mollare reti e problemi;
3) il centrodestra, che pur sapeva che non era possibile, allega al piano d'ambito un secondo piano finanziario, basato su impraticabili ipotesi di finanziamenti pubblici;
4) gli unici interventi con finanziamento pubblico sono quelli dell'accordo di programma (APQ acqua) e nell'ottobre 2005 - era Del Turco - con un atto integrativo arriva una condotta che dovrebbe portare acqua a Guardiagrele;
5) nel 2007, il Presidente dell'Ato Enrico Di Giuseppantonio, che è lo stesso Presidente della Provincia che ha chiamato a sé il doppio-assessore Di Prinzio, propone, e l'assemblea dei Sindaci approva, la deviazione del finanziamento e la fine della condotta!
6) Il Sindaco Salvi e le sue ali istruiscono un processo, trovano un colpevole, ma non indicano mandanti e movente;
7) nel 2008 firmano un inno alla Sasi, e se è vero che le maestranze non c'entrano, non si spiega però che ci stanno a fare i tecnici;
8) nell'estate 2012 il Sindaco, che vive in un mondo virtuale, invoca un piano regionale delle acque ( !!!) e arruola rabdomanti, dopo aver approvato bilancio e aumento delle tariffe!
Perché vi piace tanto la SASI ?
Gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”

