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“Diritto alla salute, diritto calpestato”. Il convegno si terrà domenica mattina a Guardiagrele dalle 10.30 presso il Cinema Garden.

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“Diritto alla salute, diritto calpestato”. Questo è il titolo del convegno che si terrà domenica mattina a guardiagrele dalle 10.30 presso il Cinema Garden. L’iniziativa si pone come momento di confronto tra le esperienze di quattro delle cinque regioni commissariate per il debito sanitario e vedrà la partecipazione qualificata di amministratori pubblici e comitati che hanno intrapreso azioni legali contro i Commissari regionali e le aziende sanitarie a causa dei drastici tagli agli ospedali delle zone interne. L’incontro sarà introdotto dai quattro capigruppo di centrosinistra al consiglio provinciale: Nicola Tinari (PRC), Eliana Menna (IdV), Camillo D’Amico (PD) e Giovanni Mariotti (SEL). Seguiranno, quindi, gli interventi di Armando Sammartino e Franco Di Nucci del comitato “Articolo 32” di Agnone, in Molise; Alessandro Compagno e Piero Ammanniti, del comitato “Salviamo l’ospedale” di Anagni, in provincia di Frosinone; Luciano Monticelli, sindaco di Pineto e Pierluigi Mattucci e Giuseppe Forcella di Atri; Vincenzo Cesareo, Direttore del Dipartimento Ospedaliero degli Ospedali Riuniti Tirreno-Casentino di Cetraro, in provincia di Cosenza; Francesco Pelliccia e Claudia Di Pasquali, rispettivamente sindaco e presidente del Consiglio Comunale di Subiaco, in provincia di Roma. I lavori saranno conclusi dai consiglieri del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio, Simone Dal Pozzo, Angelo Orlando e Gianluca Primavera, promotori dell’iniziativa. “La provenienza dei relatori fa comprendere come il problema della tutela dei piccoli ospedali non sia un problema locale, ma nazionale. Il sottotitolo dell’iniziativa, poi, “difendiamo la sanità pubblica” vuole sottolineare il fatto che non è solo un problema di tutela di piccoli ospedali e, quindi, come in molti accusano, di campanili, ma di un modo di fare politica sanitaria a scapito di fasce numerose e spesso vulnerabili (per il fatto di risiedere in zone interne, per l’età media non certamente bassa, per la mancanza assoluta di servizi alternativi o complementari). Basta considerare che i bacini di utenza dei cinque ospedali di Agnone, Anagni, Atri, Subiaco, Cetraro e Guardiagrele si aggirano complessivamente intorno ai cinquecentomila abitanti (non è, infatti, coinvolta solo la popolazione dei comuni sedi delle strutture). A livello nazionale, quindi, parliamo di milioni di cittadini il cui diritto alla salute viene messo in crisi dalle scelte dei ministeri (salute ed Economia) e delle regioni. Tutte le realtà delle quattro regioni coinvolte hanno fatto i conti con i Tribunali per difendere il diritto a mantenere in vita gli essenziali servizi sanitari e in tutti i casi, almeno fino ad ora, le ragioni del diritto hanno prevalso su quelle dell’economia. Insomma, alla prova dei fatti, i Programmi Operativi di Abruzzo, Molise, Lazio e Calabria stanno mostrando fortissimi limiti e questo sancisce il fallimento di una politica sanitaria che non vuole fare i conti con i territori e, quando va male, che si basano su teorie indimostrate o, peggio, fondate su numeri falsi. Davanti ai Tribunali, infatti, i numeri che giustificherebbero, secondo i commissari, la chiusura degli ospedali, sono stati smentiti. Questo verranno a raccontarci i rappresentanti delle amministrazioni e dei comitati che, con noi, hanno condiviso la battaglia legale. L’11 dicembre del 2010, grazie al decreto del Consiglio di Stato, l’ospedale di Guardiagrele era salvato dalla manovra del commissario regionale alla sanità; esattamente a distanza di un anno da quel traguardo, vengono a Guardiagrele a parlarci di realtà che hanno riacquistato una speranza proprio sulla scia dell’azione legale promossa per il SS. Immacolata. Il convegno di domenica non sarà un punto di arrivo, ma l’inizio di un lavoro condiviso con le altre regioni per portare all’attenzione anche del neo ministro una proposta concreta che tenga realmente conto delle esigenze di popolazioni spesso costrette a rivolgersi lontano, come dimostra la mobilità passiva in Abruzzo. Sarà interessante verificare come le problematiche del nostro territorio sono praticamente identiche a quelle delle altre regioni: carenza di personale, servizi territoriali che non funzionano, rete dell’emergenza non idonea, non condivisione delle scelte… L’incontro di domenica si colloca proprio nel momento in cui la sorte dell’ospedale di Guardiagrele è messa ancora una volta in discussione dall’atto aziendale della ASL di Chieti. Contro questo atto oggi stesso abbiamo notificato un nuovo ricorso (il sesto, ormai) e confidiamo che il Tribunale vorrà sospendere tutti i provvedimenti impugnati e trasmettere finalmente gli atti alla Corte Costituzionale. Alla Consulta chiediamo che venga dichiarata contraria alla Costituzione il decreto legge 98/2011 che, convertendo in legge il Programma Operativo che il TAR aveva annullato, ha fatto rivivere ciò che il TAR aveva già bocciato”.
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