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Discussione T.A.R. su piccoli ospedali

L'Opposizione: "abbiamo difeso al meglio le ragioni di una comunità".

La Redazione
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Si è svolta ieri mattina davanti al TAR L'Aquila la discussione sul merito dei ricorsi presentati contro il Programma Operativo. "Abbiamo brevemente illustrato i motivi di ricorso richiamndoci alle memorie e agli scritti difensivi depositati nel corso del giudizio. Abbiamo sottolineato, in particolare, la carenza di potere del Commissario ad adottare un atto di programmazione che la legge attribuisce alla Regione; il fatto che le delibere commissariali sono assolutamente prive di una seria istruttoria e di una convincente motivazione, tanto che il Consiglio di Stato lo rilevò a gennaio in sede cautelare; il fatto che a questa pronuncia l'Amministrazione non ha mai dato effettiva e concreta attuazione. Abbiamo quindi, nuovamente rilevato la palese disparità di trattamento tra il servizio pubblico e il privato. Non è possibile provedere la data del deposito della sentenza per la quale bisognerà probabilmente attendere anche più settimane. Quel che è certo è che fino a quando la sentenza non sarà pubblicata tutto deve restare così come è o, meglio, deve essergli restituito tutto ciò che gli è stato illegittimamente tolto (personale e servizi, prima di tutto). Questo è il motivo per il quale, ancora una volta, torniamo a diffidare le competenti Autorità dall'adottare atti che continuino a spogliare il SS. Immacolata, come del resto è avvenuto nelle ultime settimane. Nè il Commissario può pensare di adempiere tardivamente ad un invito al riesame del Programma Operativo che il Consiglio di Stato aveva deciso oltre due mesi fa. Il Commissario solo in sede di discussione questa mattina ha chiesto di depositare una delibera che sarebbe stata adottata il 22 marzo - solo un giorno prima dell'udienza - di cui non conosciamo il contenuto anche perchè ci siamo opposti alla produzione. La cautela, a nostro avviso, imporrebbe all'Amministrazione di sospendere ogni iniziativa in attesa dell'esito finale. Abbiamo difeso al meglio le ragioni di una comunità impugnando da privati cittadini una decisione che abbiamo sempre reputato illegittima e irricevibile, senza nessuna possibilità di trattativa esponendoci anche all'eccezione di non essere legittimati a farlo. Quale sarà la decisione non è facilmente prevedibile. Noi siamo, comunque, fiduciosi e non c'è dubbio che, se il TAR dovesse darci torto, non esiteremo a tornare al Consiglio di Stato che dovrà dire l'ultima parola".
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