L'idea dell'amministrazione Salvi è quella di concedere tre lotti della zona industriale alla mantovana Renovo che propone una centrale per produrre energia elettrica da scarti vegetali.
Franco Caramanico boccia il progetto
Il consigliere regionale di Sel nonchè ex assessore regionale all'ambiente spiega, "occorre un piccolo impianto per le biomasse locali, mentre autorizzare la Renovo significa impegnare le biomasse presenti sul territorio e quindi pregiudicare ogni iniziativa futura".
Secondo l'ex sindaco di Guardiagrele con impianti di minore potenza sparsi nel comprensorio "la filiera si accorcerebbe fino a 20 km dal punto di raccolta alla centrale, mentre è giusto e opportuno utilizzare i terreni di uso civico nella disponibilità del Comune per esercitare il diritto di legnatico previsto dalle norme sugli usi civici".
La centrale? meglio pubblica
"Illeggittimo l'utilizzo stabilito a favore di un privato come la Renovo", continua Caramanico per il quale la centrale deve essere pubblica ma non per motivi ideologici. "Ci sono vantaggi economici", spiega, "visto che i dati garantiscono tempi di ammortamento di circa 5 anni dall'investomento di circa 7 milioni, tempi che scendono a 2 o 3 anni se il progetto è sostenuto da finanziamenti pubblici".
Scarso impatto sull'occupazione
Caramanico conclude bocciando le previsioni occupazionali del progetto Renovo sostenuto dall'amministrazione comunale. "Sono pochi i posti di lavoro previsti in proporzione al terreno occupato dalla centrale".