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Una "mazzata" per le casse abruzzesi

Il Viminale taglia e penalizza la ripresa Regionale

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La brutta notizia arriva direttamente dal Ministero dell’Interno, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto del 9 dicembre sui tagli ai trasferimenti erariali. Il Viminale informa che sono stati determinati gli importi delle riduzioni. Ed è un massacro!. Colpo di Grazia Si potrebbe parlare di colpo di grazia alle casse delle amministrazioni locali. Per le quattro Province abruzzesi è di 13 milioni e mezzo di euro, per i Comuni con una popolazione superiore ai 5mila abitanti arriva a 23 milioni. La politica di tagli selvaggi, intrapresa dal esecutivo Berlusconi non conosce mezze misure e per la nostra Regione è l'ennesima "mazzata"! Piove sul bagnato «Dopo il terremoto, la crisi economica e il deficit del bilancio regionale, alla luce di questi tagli diventa necessario portare il caso Abruzzo all’evidenza del governo nazionale, altrimenti qui non potremo fare più nulla». La reazione di Enrico Di Giuseppantonio, nel doppio ruolo di presidente della Provincia di Chieti e di componente dell’ufficio di presidenza dell’Upi (Unione Province italiane), fa capire la portata dello "tsunami" che sta per travolgere Comuni e Province. Circa 39 milioni in meno di tagli complessivi calcolati sui trasferimenti che venivano ordinariamente concessi e si aggirano attorno al 35-40 per cento. Tante risorse in meno delle quali gli enti locali dovranno tener conto nei loro bilanci e che li costringerà ad attivare operazioni finanziarie alternative. Al territorio chietino la triste leadership E indovinate quali saranno i Comuni maggiormente penalizzati da questa politica di austerity? Come sempre i Comuni della provincia di Chieti (superiori ai 5mila abitanti) che si ritroveranno 6,4 milioni in meno in cassa; 5,9 milioni in meno per quelli aquilani. Per i Comuni pescaresi i tagli sono di 6,3 milioni, mentre per quelli teramani la sforbiciata sarà di 5,6 milioni. Ma anche fra le Province l'infausto primato spetta a noi! La Provincia di Chieti infatti, su 6milioni 679mila euro dovrà per forza di cose rinunciare a 3milioni 271mila euro. Quella dell’Aquila (su 9milioni 800mila euro) a 5milioni 901mila euro, Pescara (su 6milioni 347mila euro) a 1milione 980mila euro e Teramo (su 5milioni 762mila euro) a 2milioni 491mila euro. Sono cifre davvero importanti che acquistano maggiore rilevanza nell’attuale situazione di crisi generale. Amministratori in difficoltà «Per noi la situazione è drammatica», commenta senza mezzi termini il presidente Di Giuseppantonio, «e arriva nel momento in cui stiamo trovando il modo di pagare i debiti ereditati. Di certo, quello che pensavamo di poter fare sarà fatto con molta difficoltà e in molti casi non sarà fatto». Inoltre, «le Province non avranno più le risorse per pagare, non potranno neanche fare i mutui perché la legge di stabilità non consente di superare l’8% rispetto alle spese correnti». I tagli portano altri tagli La parola che ricorre di più è di nuovo quella dei tagli, stavolta dei servizi pubblici. «Tagliare? E dove andiamo a tagliare?», continua Di Giuseppantonio: «Qui, a forza di eliminare è già finita la stoffa. Certo, andremo a caccia degli sperperi da eliminare, perché probabilmente ci sono ancora, dopodiché si dovranno ridimensionare i programmi su scuole, strade e sul Sociale». Al peggio non c'è mai fine Senza contare, poi, che lo stesso decreto ministeriale «avvisa» gli enti locali che si tratta soltanto di un «anticipo» poiché nel 2012 i tagli erariali saranno ancora più corposi: a livello nazionale passeranno dai 300 a 500 milioni annui per le Province e da 1.500 milioni a 2.500 milioni per i Comuni. Ad esempio la Provincia di Chieti, nel 2012 rischia di avere tagli per 5 milioni.
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