I componenti il comitato, consapevoli dell’impegno fin qui assunto, ed in omaggio alla bella pagina di democrazia partecipata scritta con le firme dei cittadini guardiesi che volevano esercitare il diritto di scegliere il proprio candidato sindaco, prendono atto che il loro intento non ha trovato riscontri in tutti gli interlocutori interpellati, vanificando così gli sforzi e le aspirazioni di tanti.
Preso atto della cecità politica, del mancato senso di responsabilità, dell’ambizione personale, dell’incapacità di vedere oltre il proprio naso di alcuni, ci vediamo costretti a desistere dal compito che, con tanta passione e volontà, abbiamo portato avanti in questi mesi per l’esclusivo interesse della comunità.
Constatiamo inoltre che, da tempo, la politica, non pone più al centro dell’attenzione l’interesse collettivo ma difende, a volte con molta evidenza, l’interesse di parte o di pochi privilegiati, esaurendo così ogni sforzo per avvicinare posizioni distanti e per dare a Guardiagrele una lista unitaria, forte ed autorevole ed un candidato sindaco condiviso da tutti.
Assistiamo dunque delusi alla corsa per la formazione delle liste: chi vuole candidarsi basta che alzi una mano e può scegliere in quale formazione andare, il listino delle valutazioni si basa solo ed esclusivamente sul numero ipotetico di voti che il candidato riesce a portare. Poco importa della competenza, del rapporto con il territorio, della formazione culturale e politica. Quello che poi lascia sconcertati è che a pochi giorni dalla presentazione delle liste non abbiamo ancora letto una riga sui programmi e i progetti di sviluppo di cui Guardiagrele ha bisogno e che sono passati, volutamente, in secondo piano.
Sentiamo il dovere di ringraziare i tantissimi elettori che con la loro partecipazione e la loro passione hanno manifestato, in modo forte ed inequivocabile, la voglia di Politica che c'è nella società civile, di autodeterminarsi e di rivendicare il ruolo di protagonista e non solo spettatore di operazioni fini a se stesse.
Siamo però convinti di aver piantato un seme che non tarderà a germogliare e che aiuterà la società guardiese a riappropriarsi della propria autonomia, conducendo in maniera collettiva e dal basso le battaglie in difesa dei cittadini e dei loro, nostri diritti.
nel frattempo restiamo comunque con “l’orecchio a terra” per captare segnali che vadano nella giusta direzione, quella della partecipazione.