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I giovani salveranno l'economia abruzzese

L'Imprenditoria Abruzzese tra le più "vecchie" d'Italia

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In Abruzzo i giovani lottano per guadagnarsi uno spazio, quasi metà degli imprenditori supera il mezzo secolo di età, ma le nostre lauree, le nostre super specializzazioni, potrebbero dare nuova linfa ad aziende che hanno a che fare con questa terribile crisi. Stando alle statistiche, nella Regione il 45,5% degli imprenditori ha più di 50 anni. La provincia con la classe imprenditoriale più vecchia è proprio la nostra, Chieti col 49,6%, seguono Teramo (44,1%), Pescara (43,8%) e l'Aquila (42,7%). Urge un passaggio generazionale nelle aziende, come auspicato dagli esponenti della Confindustria abruzzese. In una Regione come la nostra, in cui la gran parte del tessuto economico è costituito da aziende piccole o medie, spesso a conduzione familiare, il punto è cruciale. Soprattutto in questa fase caratterizzata da crisi profonda, che può essere contrastata solo facendo sistema e basando le scelte aziendali sull'innovazione. La strada, per esempio, che sta seguendo la Germania e che ha portato un drastico miglioramento nell'economia tedesca. Non significa dimenticare il passato. La storia dell'industria abruzzese è fatta di una prima generazione di imprenditori, tra il dopoguerra e la fine degli anni Settanta, che ha avuto la responsabilità e l'orgoglio di dar vita al boom economico e a piccoli grandi miracoli (si pensi alla Val Vibrata). La generazione di imprenditori che l'ha seguita, spesso gli stessi figli, ha dovuto affrontare l'innovazione in un mondo diverso e gestire, tra gli anni Settanta e Novanta, il passaggio dall'industria meccanizzata a quella computerizzata. La terza generazione di imprenditori abruzzesi, quella di oggi, sappiamo in che momento difficile dell'industria globalizzata è chiamata ad operare. Una fase in cui bisogna dare spazio alle nuove idee, al cambiamento, introdurre in azienda elementi necessari per essere competitivi nel mercato globale. Le idee delle nuove generazioni, appunto, funzionali ad affrontare i cambiamenti che nel corso della storia hanno prodotto passaggi da un modello economico a un altro. Innovazione quindi, e non solo nel processo produttivo e nell'evoluzione tecnologica. Innovazione significa anche investire in un nuovo settore, una nuova idea che viene realizzata per un prodotto, una nuova strategia di intendere l'internazionalizzazione. Innovare significa anche cultura d'impresa, ovvero capacità di osservare e studiare i cambiamenti macroeconomici, microeconomici e di settore. Chi ha l'opportunità di avere informazioni, creatività e conoscenza, può solo favorire l'azienda. Alla luce di questa riflessione i giovani imprenditori della terza generazione, in una regione che resiste tanto ad innovazione e cambiamento rappresentano le risorse fondamentali dell'Abruzzo, se vuole rialzarsi!
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