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Importante riconoscimento giornalistico per Vittoria Iacovella

Con l'inchiesta "Vaccinati a morte" la giornalista originaria di Guardiagrele ha meritato il primo posto nella categoria web tv del Premio "Ilaria Alpi"

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E' originaria di Guardiagrele una delle vincitrici della 19^ edizione del prestigioso Premio giornalistico televisivo "Ilaria Alpi", manifestazione dedicata alla giornalista Rai uccisa in Somalia.

Vittoria Iacovella, giornalista di Repubblica.Tv, si è infatti aggiudicata il primo posto nella categoria "Miglior inchiesta televisiva Italiana delle web tv".
Un riconoscimento conquistato grazie all'inchiesta video "Vaccinati a morte", pubblicata in tre sezioni su Repubblica.tv, dopo un lungo lavoro di ricerca, raccolta dati, interviste, analisi di documenti.

Un'inchesta che ha condotto la giornalista ad approfondire il tema delle vaccinazioni in ambito militare e dell'uranio impoverito, additato come prima causa dei numerosi casi di tumore registrati negli anni tra i militari italiani.
A tal proposito, un'apposita Commissione d'inchiesta del Senato ha tuttavia individuato una possibile causa dell'insorgenza di neoplasie nelle vaccinazioni stesse eseguite sui militari dell'esercito italiano.

Un'ipotesi corroborata dalla testimonianza di un giovane caporal maggiore, Erasmo Savino, colpito da tumore (ad oggi deceduto), il quale ha esposto al cospetto dei senatori la propia drammatica esperienza.
Vaccinazioni eseguite in maniera troppo ravvicinata, senza controlli sulle somministrazioni, con tempistiche e modalità errate.

E' stata proprio la storia di questo ragazzo a colpire la sensibilità e l'attenzione di Vittoria Iacovella, la quale ha scelto di intraprendere un'attenta e sentita indagine volta a far luce sulle numerose incongruenze della questione.
Nel corso dell'inchiesta la giornalista ha intervistato medici, è ricorsa al supporto di esperti, si è addentrata del mondo delle aziende farmaceutiche, cercando di capire i meccansmi e gli interessi economici che vi sono alla base.

Ne è risultato che l'85 per cento dei militari colpiti da cancro o altre gravi malattie non sono nemmeno mai stati all'estero: "la stessa Italia con tutti i suoi veleni rappresenta un pericolo mortale per chi ha un sistema immunitario disattivato, impazzito a causa della somministrazione dei vaccini".

"La cosa più grave e che lo Stato non riconosce quasi mai il nesso a chi ha indossato la divisa, quindi il riconoscimento e tantomeno il risarcimento per le malattie contratte. Nella quasi totalità dei casi viene  negato che si tratti di cause di servizio. Questa pratica vaccinale accade perché si cerca di far tutto velocemente. Questi ragazzi devono essere operativi subito."

Un percorso di indagine da cui è scaturita una petizione web su Change.org, nella quale si legge: "Sarebbero i vaccini numerosi, ripetuti, spesso fatti senza rispettare i protocolli, a indebolire il sistema immunitario di migliaia di militari (3700 al momento) scelti dall’Esercito perché sanissimi. Sembrerebbe che queste procedure aprono le porte a malattie molto gravi, specialmente nel momento in cui vengono esposti a materiali tossici o sostanze inquinanti che possono essere l’uranio impoverito ma anche la diossina, le esalazioni di una discarica o agenti chimici fuoriusciti da una fabbrica."

L'inchiesta di Vittoria Iacovella, eseguita con passione e competenza, risponde alle esigenze di un giornalismo che mira a mettere a nudo verità fin troppo scomode e per questo taciute all'opinione pubblica.

“Vincere qui è stata un’emozione bellissima, Ilaria per me è un mito. – afferma la giornalista – Ma è stato bello anche perché questo tema mi ha toccato in prima in persona. Parlare e instaurare un rapporto umano con i veri protagonisti, come una madre che vuole portare avanti questa battaglia per il figlio, ma anche per avere giustizia, mi ha motivato ancora di più. Non sono solo una giornalista, sono anche una mamma”.

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