Debiti più alti corrispondenti ad un aumento del tasso d’istruzione nel nostro Paese; questo è quanto emerge dal rapporto, presentato a L'Aquila, "L'economia dell'Abruzzo" a cura della Banca d'Italia.
Negli ultimi anni le famiglie abruzzesi hanno visto ridursi sensibilmente il tasso di crescita della propria ricchezza netta. In particolare nel settore delle costruzioni, nonostante lo stimolo proveniente dagli interventi di ricostruzione nell'area colpita dal terremoto, la produzione ha registrato un ulteriore calo. Nel comparto privato, l'attività è stata frenata dalla perdurante flessione delle compravendite di immobili e, per l'edilizia non residenziale, dal ristagno degli investimenti delle imprese.
Paradossalmente però i giovani abruzzesi hanno negli anni conseguito un grado di istruzione tra i più elevati in Italia. In particolare, i tassi di abbandono degli studenti risultano inferiori alla media nazionale. Il rendimento scolastico appare nel complesso soddisfacente, in linea con la media del Paese ma nettamente superiore a quello del Mezzogiorno. Anche in Abruzzo, la quota di giovani che non lavorano e non sono impegnati in attività di studio o formazione è aumentata negli ultimi anni, in particolare tra i giovani diplomati, ma rimane inferiore al dato medio nazionale.
Nel dossier si mostra inoltre come il grado di indebitamento delle famiglie abruzzesi e' accresciuto nell'ultimo decennio, ma si posiziona al di sotto della media nazionale.
Seppure in riduzione, rimane storicamente elevata la quota degli occupati che, avendo fruito dei trattamenti della Cassa integrazione guadagni, non contribuisce effettivamente all'attivita' produttiva. Dall'inizio della crisi il tasso di occupazione e' aumentato per la popolazione di età più avanzata, anche per effetto del progressivo innalzamento dell'età' di pensionamento; si e' invece significativamente ridotto per i più giovani. Il tasso di disoccupazione si e' allineato alla media nazionale rimanendo ancora elevato tra la popolazione giovanile.