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Un patto con i sindaci per bloccare il decreto salva-Chiodi

La Redazione
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“La difesa dei piccoli ospedali non è una battaglia di retroguardia, ma una lotta per la salvaguardia dei nostri territori, lotta che intendiamo portare avanti tutti insieme, facendo squadra e utilizzando tutti gli strumenti utili per tutelare i cittadini dei nostri paesi”: questa la posizione dei sindaci di Pescina, Casoli, e Guardiagrele, emersa ieri sera nel corso della riunione convocata dal consigliere regionale Franco Caramanico. I sindaci hanno già contattato i propri legali al fine di predisporre tutta la documentazione necessaria per preparare un ricorso al Consiglio di Stato. Pronto ad adire le vie legali anche il primo cittadino di Tagliacozzo. “Il decreto del governo – spiegano - non può essere impugnato, ma possono esserlo gli atti successivi che il Governatore Chiodi assumerà”. “Quel che vogliamo dichiarare in maniera forte e chiara – ha spiegato il consigliere Caramanico - è che la questione del debito sanitario non può essere in alcun modo ricondotta alla presenza dei piccoli ospedali, dal momento che essi incidono per minima parte sulla spesa sanitaria”. Da parte sua il sindaco di Casoli, Sergio De Luca ha annunciato di aver scritto al presidente della Repubblica, Napolitano, “affinché non sottoscriva il decreto, all’interno del quale si ravvisano a nostro avviso segni di incostituzionalità. Nel caso in cui poi si dovessero verificare disservizi o episodi tali da mettere a repentaglio la salute dei cittadini proprio a causa della mancanza di un presidio ospedaliero sul nostro territorio, non esiteremo a individuare e a denunciare le responsabilità personali”. Al Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato si è rivolto anche il sindaco di Guardiagrele, Sandro Salvi: “Alle massime cariche dello Stato chiediamo che tengano conto delle motivazioni espresse dalla volontà popolare. Il nostro ospedale non è stato chiuso completamente ma lo si sta facendo morire lentamente. Esso ha una funzione strategica su una parte di territorio dove le esigenze sanitarie non possono essere messe in secondo piano rispetto a quelle economiche, né possiamo accettare che simili soluzioni vengano prese di imperio”. Quanto al sindaco di Pescina, Maurizio di Nicola, ha deciso di convocare una riunione il prossimo mercoledì con i sindaci di tutte le località della Valle del Giovenco: “Il provvedimento del governo è un atto antidemocratico, un modo per eludere le pronunce dei giudici del TAR. Per questo siamo pronti a rivolgerci alla Corte Costituzionale per vedere riconosciute le nostre ragioni”.
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