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Torino, Adunata Nazionale Alpini

Tema i 150 anni dell'Unità d'Italia

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«Gli Alpini vanno all'adunata per il piacere, intimo, personalissimo non delegabile ad alcuno, di stare insieme, volontariamente insieme, uniti, volontariamente uniti (…) per vivere, poche ore o due o tre giorni, tra la propria gente, la gente con la quale si trasmette sulla stessa lunghezza d'onda (…): basta uno sguardo che brilla in un certo modo, una stretta di mano, uno specchiarsi uno nell'altro per l'orgoglio, sobrio e solido di onorare insieme, tutti insieme in quel giorno, i grandi valori che si onorano ogni giorno». Questo lo spirito dei tanti alpini, guardiesi, sanmartinesi e di tutta Italia, recatisi a Torino per l’Adunata. La storia delle Adunate Nazionali ha inizio nel settembre del 1920 sul Monte Ortigara, (sull’altipiano di Asiago) dove viene organizzata la prima edizione del raduno. A quel primo appuntamento ne seguono altri venti per giungere, sino al giugno 1940, proprio a Torino: il secondo conflitto mondiale è alle porte e perciò, per sette anni la manifestazione è sospesa. Nell'ottobre del 1948 si svolge a Bassano del Grappa la prima Adunata del dopo guerra. Da quell'anno non vi sono più state interruzioni: a Bergamo nel 2010gli Alpini hanno sfilato per la 83ª volta. Dopo più di 20 anni l’Adunata Nazionale degli Alpini torna a Torino. È la sesta volta che il capoluogo piemontese ospita gli alpini: un record. Città di grande tradizione alpina, Torino è sede della Sezione più antica dell’Associazione Alpini, “la Veja”, la prima ad essere fondata nel febbraio del 1920. Le ultime edizioni hanno registrato un numero record di partecipanti, superiore a 400.000 unità. Il trend delle presenze alle adunate nazionali è comunque in continua crescita: le stime dell’Ufficio Stampa dell’A.N.A. riportano come all’Adunata di Bergamo abbiano partecipato ca. 500.000 persone. «Sul cappello, sul cappello che noi portiamo, c’è una lunga, c’è una lunga penna nera, che a noi serve, che a noi serve da bandiera, su pei monti, su pei monti a guerreggiar. Evviva evviva il reggimento, evviva evviva il 6° degli Alpin».
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