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Storie di bavagli e altri baveri

ba-và-glio s.m. (pl. -gli)

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«Che è un pezzo di panno lino, lungo intorno a due braccia, con una buca nel mezzo, nella quale si mette il capo: adoperanlo i bambini a tavola, per guardare i panni dalle brutture, e nettarsi la bocca: in questa guisa sta anche quella parte dell' abito de' Frati, ch' e' chiamano pacienza: e da quel, mettere, che per lo capo si fa il bavaglio, è tolta la metaf. e vale IMBAVAGLIARE, coprire altrui il capo, e 'l viso, con un panno, acciocchè non sia conosciuto lo 'mbavagliato, che anche diciamo IMBACUCCARE. L. caput obvolvere. Stor. Aiolf. «Andò con quelli 20. famigli alla prigione, e fe legar le mani ad Aiolfo, e fello imbavagliare». Morg. «La notte certi pagan v' arrivavano, E 'mbavagliaro, e rubaron costoro». Il suo contrario è SBAVAGLIARE: Morg. «E sciolti que' romiti, e sbavagliati» (Vocabolario degli accademici della Crusca). «E per Quel fazzoletto con nodo, che gli scherani mettono in bocca a coloro, che assaltano, perché non possano gridare o parlare. Fr. Giord. 22°. Incontanente gli mettono il bavaglio, che non può né gridare, né favellare» (Tommaseo-Bellini) «Fazzoletto o cencio che, soprattutto da malfattori, viene stretto alla bocca di persone cui si vuole impedire di parlare o gridare; fig., mettere il b. (a qualcuno, alla stampa), impedire di parlare, di manifestare la propria opinione» (Vocabolario Treccani) «Striscia di stoffa o fazzoletto che viene legato strettamente sulla bocca per impedire di gridare || fig. mettere il b. a qlcu., impedirgli di esprimersi liberamente, dim. Bavagliolo, sec. XIV. (Sabatini-Coletti) La “legge bavaglio”che grande spazio ha avuto e avrà questa settimana, nel dibattito politico, mediatico e civile, ha un padrino d’eccezione, Clemente Mastella. Nel 2007, il ministro di Grazia e Giustizia Mastella la propose con lo scopo principale di porre restrizioni all’uso e alla diffusione delle intercettazioni ambientali e telematiche. L’attuale disegno di legge recupera le vecchie restrizioni aggiungendone di nuove: i magistrati potranno effettuare intercettazioni solo per i reati che prevedono una pena massima di 5 anni di carcere e per un periodo di tempo massimo pari a 75 giorni. Per i reati di mafia e terrorismo il limite sarà di 40 giorni; qualsiasi intercettazione potrà poi essere pubblicata soltanto alla conclusione delle indagini preliminari o al termine dell’udienza preliminare, durante la quale si deciderà anche quali documenti tenere e quali distruggere. Si pongono così due questioni: il giornalista potrà pubblicare la sua storia solo dopo anni dall’inizio delle indagini, inoltre si dovrà basare solo su alcuni elementi che accusa e difesa avranno deciso di mantenere in vita; le trascrizioni delle intercettazioni non dovranno mai essere pubblicate ma neanche citate. In questo modo si limita fortemente la libertà di diffusione dell’informazione da parte dei giornalisti che svolgono il loro lavoro ma anche la libertà di informarsi da parte dei cittadini. Il disegno di legge in esame alla Camera presenta anche l’emendamento passato alle cronache come “comma ammazza blog”, anche noto come il “comma 29”, motivo scatenante della protesta della più famosa enciclopedia on line, Wikipedia. Il ddl introduce infatti un obbligo «per tutti i siti web, giornali online, blog, di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta (pena una multa di 12 mila euro) e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine». A decidere la qualità dei contenuti non sarà un giudice terzo e imparziale, ma il richiedente stesso: ciascuno potrà fare richiesta di rettifica senza che i collaboratori del sito web, del giornale o del blog possano in qualche modo verificare il nuovo contenuto. Mercoledì 5 Ottobre 2011 in commissione Giustizia è stato però approvato un emendamento che abolisce il comma 29; nel nuovo testo è stato mantenuto l’obbligo di rettifica entro le 48 ore soltanto per le testate giornalistiche registrate presso i tribunali. In attesa degli sviluppi e dell’iter parlamentare della proposta di legge si riflette sulle parole del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino: «C'è una legge che regola l'Ordine che impone ai giornalisti di dire sempre la verità con rispetto per le persone. Questa legge che si vuole approvare indica che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perché compito del giornalista è essere scomodo. Il filo che intesse il bavaglio è più lungo di quello che compone la legge sulle intercettazioni. Passa per il ricatto degli editori che obbligano i collaboratori ad accettare 2-3 euro a pezzo e passa per i troppi conflitti di interesse che affliggono questo Paese».

Fonti:

Il Corriere della Sera, http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_29/manifestazione intercettazioni_c07a5240-eaa6-11e0-ae06-4da866778017.shtml Comunicato di Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011 Disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/33809.htm Emendamenti del 6 0ttobre 2011 “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali”, http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/odg/cam/fascicoli/20111006/20111006e1415.htm
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