Partecipa a GuardiagreleWeb.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L’ora del tè, la destra americana e gli epigoni italiani

Nel flusso inarrestabile delle parole spese (e già analizzate)per spiegare la crisi, a volte spuntano vecchie locuzioni che aprono nuovi orizzonti di significato, “Tea Party” è una di queste

Condividi su:
La crisi internazionale, che da mesi tiene tutti con il fiato sospeso e lega l’immaginario collettivo alla catastrofe economico-finanziaria, sempre più incombente, passa anche per il” Tea Party” americano: immagine simbolo della gloriosa storia americana e nuovo simbolo dell’affanno dei consensi del Presidente Obama. Sulle spoglie dell’idea liberale, che animò la rivolta dei coloni americani contro la tassazione della Madre Patria Inghilterra (1773), nasce ufficialmente nel 2009 il redivivo “Tea Party”. Il riferimento storico è ambizioso ma molto chiaro. Il “Tea Party” è un movimento politico populista, conservatore e liberale emerso negli USA attraverso una serie di proteste locali coordinate a livello nazionale. Ammiccando a slogan, temi e immagini della Rivoluzione americana, il movimento mette l'opposizione alla pressione fiscale in cima alle sue priorità, al punto da utilizzare la parola «tea» («té», appunto) come acronimo di “taxed enough already” («già tassati abbastanza»). Tra i punti salienti del loro manifesto: potere governativo ridotto, responsabilità fiscale e libero mercato. Inizialmente trascurato o ridicolizzato dai media e dal partito di maggioranza, più volte rappresentato come un'accozzaglia di bigotti, rozzi, razzisti, il popolo anti-tasse è cresciuto in maniera esponenziale nel giro di circa un anno, ha saputo darsi una organizzazione, ed è diventato una forza politica importante e impossibile da trascurare. Il settimanale britannico “The Economist” lo ha definito il movimento politico attualmente più vibrante in America; è composto da repubblicani, indipendenti e da tutti coloro che per una ragione o per l’altra, o per tutte insieme, ce l’hanno col partito democratico (specialmente deputati e senatori al Congresso di Washington) e con le politiche dell’amministrazione del presidente Barack Obama. Lo scorso sabato, Federico Rampini, sull’editoriale di “La Repubblica”, definiva i contorni della questione sottolineando il peso del movimento nella politica statunitense, evidenziando come il movimento contro le tasse abbia assunto tutti i tratti del populismo anti-elitario, affine a quello della nostrana Lega Nord; punterebbe infatti a intercettare il malcontento del ceto medio-basso, impoverito: «I ricchi demagoghi delle destre populiste interpretano il complesso d’inferiorità di cittadini che si sentono indifesi e raggirati dall’establishment».Il titolo dell’articolo inoltre lascia davvero pochi dubbi: «Localismo, populismo, rozzezza: Il Tea party vi ricorda qualcosa?». Inutile dire che anche in Italia il movimento del Tea Party si è già organizzato e secondo “Valigia Blu” ha assunto tutti i tratti di un nuovo Berlusconismo: « Il Tea party italiano potrebbe quindi essere l'ennesima trasformazione di marketing politico della destra italiana berlusconiana. Da Forza Italia, al “predellino” e al Popolo della Libertà, per passare a un Partito Popolare Europeo presentabile - per il moderatismo e conservatorismo italiano, con un motore popolare antistatalista e ostile all'Unione Europea. La Lega dopo Bossi, insomma, che proverà a darcelo a bere. Cosa? Il Tea, ovvio». A voler citare uno che di cultura pop ne capisce, si può affermare che davvero «c’è troppa America sui manifesti»…

Fonti

Federico Rampini, “Localismo, populismo, rozzezza: il Tea Party vi ricorda qualcosa?, D La Repubblica, 24/09/2011 Valigia Blu, “E su Facebook sbarca il Tea Party”, http://www.valigiablu.it/doc/488/e-su-facebook-sbarca-il-tea-party-allitaliana.htm, 18/08/2011 Il Sole 24 Ore, “I Tea Party della nuova destra americana. Tempesta populista in un milione di tazze da tè” http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-29/tempesta-populista-milione-tazze-080335.shtml, 29/08/2010
Condividi su:

Seguici su Facebook