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GUARDIAGRELE SA COS’È UNA CENTRALE BIOMASSE?

Il Centro destra avanza l'ipotesi di un futuro impianto

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Il termine biomassa è utilizzato per valutare l’energia che si può ottenere da combustibili biologici come legna, residui del raccolto e letame. Tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) non possono essere considerati come biomasse. Rientrano tra le fonti rinnovabili: la CO2 emessa per la produzione di energia non rappresenta un incremento dell’anidride carbonica nell’ambiente ma, è la medesima che le piante hanno assorbito per svilupparsi e che tornerebbe normalmente nell’atmosfera. L’utilizzo delle biomasse accelera il ritorno della CO2 in atmosfera, rendendola nuovamente disponibile, è il normale ciclo del carbonio. L’utilizzo di combustibili fossili non rientrerebbe in tale ciclo e in tale equilibrio. A Guardiagrele il progetto sembra non realizzabile per le polemiche scaturite. L’attuale sindaco Sandro Salvi si è interessato in progetto che prevede la realizzazione di un impianto da 1 megawatt in via Piano Venna, occupando un’area di circa nove ettari. Le polemiche partono dall’ex assessore all’ambiente, ed ex sindaco della città, Franco Caramanico che considera il territorio povero di materie prime che, dovrebbero arrivare da lontano, contraddicendo, così, lo spirito di tale recupero energetico. Nel paesaggio abruzzese gli scarti di coltivazione e i residui di pulizia del sottobosco sono insufficienti anche per impianti di media grandezza. L’opposizione ribatte e sottolinea, con il capogruppo Leo D’Angelo: «La fonte di inquinamento è minima, basti pensare che un normale camino inquini di più, ed una realtà rurale come la nostra può fornire abbastanza materia prima. Non è pericolosa per il territorio e creerebbe nuovi posti di lavoro, un’esigenza in questo periodo».
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