Se si indossa la fascia tricolore e si presenzia alle celebrazioni di una festa nazionale, di solito si mantiene un atteggiamento istituzionale. Per il Sindaco Salvi e la sua maggioranza, invece, un momento così solenne diventa occasione per un vero e proprio comizio politico.
Un discorso, quello del primo cittadino guardiese, che si apre riprendendo un’idea lanciata da Silvio Berlusconi in visita a l’Aquila distrutta dal terremoto: ««cambiare il nome di “festa della Liberazione” in “giornata di commemorazione dei combattenti della libertà”». L’allora premier propose la dicitura di “festa delle libertà”, ma il concetto in salsa Salvi rimane lo stesso.
Non pago di questo incipit, in tutte e quattro le tappe della commemorazione (S.Biase, S. Vincenzo, Comino e Guardiagrele), il sindaco ha continuato parlando della «patria italiana il cui territorio viene svenduto per mero guadagno». Forse si riferiva al fatto di aver svenduto il nostro territorio, trattando sul ristoro, per la realizzazione dell’elettrodotto Villanova-Gissi e della centrale a biomasse? Sempre secondo Salvi, la colpa del fatto che i giovani non conoscano i valori della Costituzione è da attribuirsi alla scuola e a chi ci lavora. Peccato si sia dimenticato di dire che è stata una tale pseudo-ministro all’Istruzione (privata dal governo Berlusconi dell’aggettivo “PUBBLICA”), Maria Stella Gelmini, a tagliare dal curriculum degli studenti italiani ore di italiano, di storia, di arte e di geografia. Ma il primo cittadino è uomo pratico anche di economia. E allora giù a snocciolare dati su deficit, pil, spread. Anche qui, lo smemorato di Guardiagrele, non cita la finanza creativa di Tremonti, le tante agevolazioni per gli evasori fiscali e le aziende di Berlusconi sempre fiorenti mentre l’economia italiana affondava. E siccome un po’ di revisionismo storico non guasta mai, Salvi ci informa che la storia che parla dei partigiani non è altro che «una visione idilliaca e mitologia della Resistenza» e che se l’Italia è riuscita a liberarsi dalla dittatura nazifascista lo si deve «all’enorme apporto dato dai militari». Per completare questa giornata tutta da dimenticare, il sindaco si erge anche a commentatore politico definendo «vergognoso l’atteggiamento di esponenti della coalizione di centrosinistra che hanno dichiarato di non volersi alleare con il PDL». A nulla è valso il fargli educatamente notare che, con queste affermazioni, si stava passando il segno e il senso della giornata. La risposta di Salvi è stata che «non si poteva non approfittare dell’occasione». Davanti al nostro sbigottimento e rammarico e al solito silenzio complice della maggioranza che, evidentemente, condivide in pieno il pensiero del Sindaco, non è rimasta che la piazza Brigata Maiella che non si è potuta chiudere al traffico neanche per il tempo di deporre una corona commemorativa e il monumento omonimo su cui ormai, dal marzo 2010, non sventola più neanche la bandiera che ricorda il sacrificio di Ettore e Domenico Troilo, di Francesco Ranieri e di tutti quei giovani che parlavano poco ma che agivano per la nostra democrazia.
Gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”