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Sanità: l'8 maggio 2013 la Corte Costituzionale decreterà la legittimità del decreto legge 98/2011

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La Corte Costituzionale ha fissato per il prossimo 8 maggio 2013 la camera di consiglio per la decisione sulla legittimità dell’articolo 17, comma 4 del decreto legge 98/2011. Si tratta della norma che nel luglio 2011 risuscitò il Programma Operativo di Chiodi dandogli valore di legge dopo che il TAR Abruzzo lo aveva annullato.

Il commissario Chiodi, infatti, di fronte alle sentenze del TAR aquilano, chiese ed ottenne dal governo Berlusconi una norma che gli restituiva per via lagislativa ciò che i Tribunali avevano giudicato nullo.

L’udienza riguarda solo il caso Tagliacozzo per il quale il TAR Abruzzo aveva deciso, nel gennaio 2012, di rimettere gli atti alla Consulta dopo che era stata chiesta l’esecuzione della sentenza che aveva stabilito che l’ospedale marsicano doveva restare aperto. L’ordinanza del TAR Abruzzo è stata pubblicata dopo più di un anno ed ora la Corte Costituzionale ha fissato l’udienza per la discussione della delicata questione.
Il programma operativo aveva sancito la chiusura di cinque piccoli ospedali abruzzesi che, prima della decisione del TAR Abruzzo del maggio 2011, erano stati già chiusi. L’unica eccezione è quella del presidio di Guardiagrele che, grazie all’azione legale del gruppo consiliare di opposizione, è stato salvato da una ordinanza del Consiglio di Stato del 14 gennaio 2011.

La Consulta è stata chiamata a decidere a seguito di azioni dei comuni di Pescina e Tagliacozzo, ma l’8 maggio, per ora, è fissata udienza solo per il caso di Tagliacozzo.

Noi non abbiamo dovuto ricorrere ad un giudizio di ottemperanza perché l’ospedale di Guardiagrele è aperto e funzionante ed è per questo che noi non potremo dire nulla in quell’udienza e neanche potremo intervenire in quel giudizio che non riguarda direttamente i nostri ricorsi.

Insomma, in quella udienza, che, per altro, non sarà pubblica, avranno la parola solo gli attori direttamente interessati.

È chiaro, però, che alla decisione della Consulta guardano con interesse tutti quelli che hanno a cuore le sorti della sanità nelle zone interne.

Quale sarà l’esito non è dato sapere, ma è chiaro che la partita non finirà con la decisione della Corte perché pendono ancora le impugnazioni davanti al Consiglio di Stato.

Il nostro gruppo consiliare, in ogni caso, fa due appelli: al governo ancora in carica o a quello che si formerà di chiedere che quella norma venga dichiarata incostituzionale e ai neo eletti in Parlamento perché promuovano, parallelamente, una iniziativa legislativa per l’abrogazione di quell’articolo di legge.

Non dimentichiamo, infatti, che quel decreto legge due anni fa salvò Chiodi stravolgendo le fondamentali regole del gioco democratico perché si legiferò in materia di competenza regionale e dando valore di fonte primaria ad un atto appena abrogato da un Tribunale.

Se ci fosse una iniziativa legislativa, magari anche attraverso un emendamento all’ultimo decreto legge in materia di sanità approvato qualche giorno fa dal governo, il giudizio della Corte Costituzionale sarebbe addirittura inutile.

 

Gruppo consiliare "Guardiagrele Il Bene in Comune" 

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