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Reazioni Mo'deste

L'Associazione 'Suoni Modesti' interviene sulla questione "anti-rumore"

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12 Ottobre 2012. Dopo numerose richieste, sollecitazioni, incoraggiamenti e provocazioni, l’Ass. Mo’desti è intenzionata a chiarire alcune questioni che, più o meno direttamente, ne coinvolgono la vita e l’attività.
La recente idea di una creazione di un “comitato anti-rumore” a Guardiagrele pare essere l’ennesimo ostacolo e l’ulteriore riprova della volontà di azzerare e atterrire l’entusiasmo, la volontà e la creatività giovanili, la stessa volontà che ci ha costretti, lo scorso anno, a spostare il Festival “Suoni Mo’desti” fuori dalle mura del nostro Paese d’origine, con conseguenti proteste nei nostri confronti da parte di sponsor e negozianti, e con un aggravio di costi per l’organizzazione, circostanza, quest’ultima, che ci ha costretti a sospendere l’edizione 2012 del Festival.

 


In proposito è doveroso sottolineare che la nostra Associazione vive di contributi di privati, di sponsor e di attività che ci sostengono, e che non riceve alcun contributo pubblico dal 2010 (Comune di Casoli), nonostante impegni e promesse di sostegno; ogni strumentalizzazione politica, da destra o da sinistra, è respinta fermamente dall’Associazione, che non ha mai preso parte né ad alcuna manifestazione pubblica né a iniziative simili; come ovvio, i comportamenti dei soci, o le idee dei soci, non sono, né possono essere quelli dell’Associazione.
L’Associazione Mo’desti esprime profonda preoccupazione per l’idea, minoritaria, ma rumorosa e diffamante, per la quale fare musica significa fare rumore, idea volta a intendere la musica come sgradevole emissione di suono. Se, a livello giuridico, vi è una normativa precipua che regola le emissioni sonore, in tal caso, musicali, nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi sopra la legge (se io sono colpevole, vengo punito, se qualcuno mi accusa di essere colpevole, senza prove, è un diffamatore), a livello sociale, fare musica non è fare rumore, ma produrre cultura. Non si fa musica tutti i giorni e risiedere in una strada o in una piazza, piuttosto che altrove, non vuol dire avere più diritti degli altri su quel posto solo per il fatto di viverci; come nel nostro caso, non si può credere che 2 giorni di Festival sottraggano qualcosa a 353 giorni di silenzio, o che portare migliaia di persone nel nostro Paese possa essere considerato un disturbo e non una risorsa.
Fare cultura è la nostra risposta contro il silenzio; con i nostri contest abbiamo permesso a più di 70 gruppi musicali di esibirsi e far conoscere la propria musica, girando per l’Abruzzo, dando un’opportunità al pubblico di fare “qualcosa”, di essere coinvolti, ai musicisti di suonare e provare la propria musica, ai ragazzi dell’Associazione di preparare gli eventi … abbiamo risposto al vuoto con qualcosa, e la risposta è stata accolta con entusiasmo dai locali e dai ragazzi del nostro e degli altri Paesi che hanno voluto fare musica, fare cultura.

 


Fare musica, fare cultura, ascoltare musica, vivere la cultura, è innanzitutto un “fare”…un “fare qualcosa” …il “fare” è sempre un essere impegnati in qualcosa, qualcosa che si vede e che si “sente”, la più grande risposta alla devianza giovanile e alle forme di uscita della solitudine e della fuga.
Il nostro progetto è, è stato e sarà sempre un progetto sociale, una porta aperta al “…ma perché non facciamo questo qui e adesso”, ma la grinta di sempre si sta progressivamente spegnendo, e l’assordante silenzio in cui siamo stati lasciati pare essere lo stesso silenzio che qualcuno pretende da chi ha voglia di “fare”…
Abbiamo pagato a nostre spese questa voglia di fare qualcosa per gli altri, dai primi anni, nei quali siamo riusciti a fornire un contributo di beneficienza di circa 5000 euro alla causa sostenuta in quell’occasione, all’ultimo anno di Festival, in cui siamo riusciti a contribuire con soli 1000 euro, a causa di motivazioni che non difficilmente possono essere comprese. Non nascondiamo il nostro imbarazzo nella circostanza … volevamo fare di più, ma non abbiamo potuto.
I Mo’desti non mollano, come ci dicono in tanti …”non mollate”, ma restano e hanno intenzione di proseguire con l’aiuto e con le speranze dei giovani guardiesi, ma il costo e la risonanza della struttura del “Festival Suoni Mo’desti” non potranno e non possono essere sostenuti dall’Associazione "da sola", e, nonostante la nostra intenzione, le numerose proposte da noi ricevute da parte di Paesi limitrofi e non, ci pongono nell’imbarazzo di dover decidere se è più nobile il fine o la fine … per non morire come l’asino di Buridano …. e lasciare spazio al silenzio.

 


Fare musica non è fare rumore, i rumori mo’lesti… mo’destamente … sono altri!

 

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