"Oggi più che mai credo sia doveroso ribadire, rilanciare e applicare i principi di buon governo sanciti dal Decalogo del buon amministratore voluto dal nostro Partito. E la sua sottoscrizione è imprescindibile da parte di coloro che si candidano ad entrare in politica e ad amministrare la cosa pubblica". L’appello arriva dal presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, dirigente regionale dell’Udc, alla luce delle indagini che a livello nazionale stanno riguardano l’utilizzo del denaro pubblico da parte dei gruppi consiliari che siedono nelle Regioni. "Il Decalogo ci ricorda che serve totale trasparenza nei bilanci, così che i cittadini sappiano esattamente come vengono spesi i soldi pubblici, e purtroppo le vicende di questi giorni ci dicono che le cose non sono andate così - sottolinea il Presidente Di Giuseppantonio; che il pubblico amministratore deve mettere al primo posto l’interesse della collettività e che un buon amministratore deve tagliare le spese e gli sprechi del sistema amministrativo. Credo che anche sotto il profilo strettamente personale, da parte di ognuno debba arrivare una svolta costruita su stili di comportamento ispirati a sobrietà e semplicità . Solo così potremo recuperare un po’ al giorno non solo il rapporto con i cittadini ma quelle risorse quanto mai necessarie, in un periodo di forti restrizioni come quello che stiamo attraversando, da destinare ad investimenti produttivi. L’affermazione secondo cui chi è pubblico amministratore deve mettere al primo posto l’interesse della collettività – conclude il Presidente Di Giuseppantonio - non può restare un mero principio ma si deve tradurre in una concreta e rinnovata azione di governo a tutti i livelli a favore dei cittadini, in primis di coloro che più di altri soffrono per le conseguenze del crisi che ogni giorno, senza distinzioni, toglie lavoro e sottrae speranza. Personalmente ho firmato il Decalogo che l’Udc si è dato, lo rispetto ed ho provveduto ad inviarlo ad Assessori, Capigruppo e Consiglieri abruzzesi dell’Udc affinchè lo sottoscrivano di nuovo. Al più presto ne faremo oggetto di un convegno che servirà quale momento di riflessione e approfondimento".
Ma vediamo quali sono le dieci regole del buon amministratore: la prima impone di lavorare per il benessere e lo sviluppo delle comunità locali con la massima attenzione verso chi ha più bisogno; la seconda dice che chi amministra deve saper prendere decisioni anche scomode, pensando che ciò viene prima della ricerca del consenso; la terza prevede trasparenza nei bilanci in modo che i cittadini sappiano esattamente come vengono spesi i soldi e perché; la quarta impone di non compiere atti che possano portare interessi o guadagni personali; per la quinta regola al primo posto deve esserci l'interesse della collettività ; per la sesta una nuova amministrazione deve impegnarsi a terminare ogni attività intrapresa dalla precedente, anche se di colore diverso; per la settima, serve una nuova classe politica al Paese e per questo è necessario dare spazio ai giovani preparati e meritevoli che portano avanti idee nuove; secondo l'ottavo principio, non si può amministrare senza una proficua collaborazione con la pubblica amministrazione, la Chiesa, l'università , gli istituti di cultura, le organizzazioni di categoria e si deve dare spazio alle scuole di politica, ai luoghi di dibattito, agli strumenti per acquisire una competenza sui problemi del territorio; la nona prevede il taglio delle spese e degli sprechi del sistema amministrativo; la decima impone trasparenza e disponibilità al dialogo con i cittadini favorendo così la partecipazione.
Orlando Console (Consigliere Udc del Comune di Guardiagrele e Vicepresidente della Comunità Montana Maielletta) afferma a riguardo: "Appoggio e sottoscrivo in maniera totale l'idea di politica e di amministrazione ribadita nuovamente dal Presidente Di Giuseppantonio; è necessario che ci si orienti in maniera sempre più decisa verso il raggiungimento del bene comune, con un occhio attento alle esigenze dei cittadini, in particolare quelli che rappresentano le categorie più deboli. Quella che vogliamo è una società più giusta, più equa ed orientata al dialogo con le persone".

