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Piano Cave: rivedere le tariffe e attuare il piano di riciclo dei materiali inerti

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L’assenza di un piano cave non è che l’ennesima riprova delle difficoltà gravi nelle quali versa la nostra regione . Si tratta di un settore cruciale che costituisce il 10% del Pil regionale e che vede impiegati, tra lavoratori e indotto, circa 15 mila persone.

La necessità di una pianificazione riguarda sia il piano economico, visto che l’assenza dell’aggiornamento dei canoni impedisce alla nostra Regione di incamerare ulteriori risorse che eviterebbero tasse e balzelli a carico delle famiglie. La Regione Abruzzo infatti incassa circa 3,7 milioni di euro, che potrebbero diventare 9 milioni se si applicassero le tariffe in vigore in altri paesi europei. Inoltre la pianificazione e la regolamentazione del settore eviterebbe il rischio concreto di incorrere nelle infrazioni delle normative europee. Ricordo che entro il 2015 si dovrebbe ottenere il 70% del riciclo dei materiali inerti.

Invece che depositare nelle discariche, dovremmo quindi dare finalmente concretezza al piano di riciclo che, oltre alle connotazione di tutela ambientale, comporterebbe un risparmio notevole per le nostre economie. Senza contare che il riciclo eviterebbe l’apertura di nuove cave e dunque meno danni per il nostro territorio

 

 

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