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L’appello di una paziente abruzzese: non voglio morire per la mancanza del farmaco Creon

L’Aifa riporta che per oltre 3500 salvavita commercializzati da multinazionali c’è una grande carenza

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All’inizio di quest’anno si è registrata una nuova emergenza Creon, la totale assenza di questo medicinale composto di enzimi epatici fondamentale e prezioso per i malati oncologici per cancro al pancreas distribuito in Italia dalla multinazionale statunitense Viatris e prodotto dal gruppo multinazionale statunitense Abbott. Alla fine dopo che l’AIFA ci ha informato che sta monitorando la situazione e che stavano trattando con la società (unica di un medicinale che di fatto non ha alternative) per lo sblocco dell’arrivo in Italia di un lotto di Creon, come poi accaduto. Tutto risolto?  Assolutamente no. Perché l’attuale carenza rimarrà almeno fino alla fine dell’anno prossimo. 

L’attuale emergenza non è la prima per quanto riguarda il Creon: la prima ci fu addirittura nel 2016-2017, ci fu anche un’interrogazione dell’allora parlamentare Binetti al governo. La risposta letta in Aula dall’allora sottosegretario Faraone non fu assolutamente risolutiva, praticamente nulla fu detto sulle cause e su come si sarebbe intervenuto. Binetti lo sottolineò nella sua replica aggiungendo che di fronte una situazione del genere, che mette a rischio la salute di migliaia di malati, ci vorrebbe una legge che stabilisca pene e sanzioni gravissime. 

«Da diverse segnalazioni di pazienti e organi di stampa, abbiamo appreso che in Italia è diventato introvabile un farmaco essenziale per le persone che soffrono di malattie pancreatiche – hanno dichiarato nei giorni scorsi i Capigruppo del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Bilancio e Affari Sociali alla Camera Daniela Torto e Andrea Quartini - parliamo di un medicinale salvavita, denominato Creon o Creonipe, che non ha purtroppo analoghi che possano sostituirlo sul mercato italiano». 

«Negli ultimi giorni, è diventato virale il drammatico grido d'aiuto di una cittadina abruzzese che sostiene di non voler morire a causa della mancanza di questo farmaco, denuncia la grave situazione e chiede al ministero della Salute una soluzione urgente – sottolineano Daniela Torto e Andrea Quartini - facciamo nostro questo appello e quello di tutti gli altri cittadini italiani che non hanno accesso al farmaco che permette loro di vivere una vita normale. Per questo motivo, abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Schillaci per sollecitare azioni urgenti e immediate in modo da assicurare le cure necessarie alle persone affette da patologie legate al pancreas».

Il Creon non è l’unico farmaco indispensabile alla vita su cui esiste un’emergenza da totale carenza. Secondo dati forniti dall’Aifa sono 3.500 i farmaci, soprattutto salvavita, di cui c’è una grande carenza. Tra questi ci sono medicinali come il Creon o alcune insuline che non hanno alternative. Tra i più carenti il fenobarbital per la cura dell'epilessia, il semaglutide per la cura del diabete ed il liraglutide, tra gli altri ci sono antibiotici, antitumorali, antidiabetici, farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. 

Dagli antibiotici ai farmaci cardiovascolari e respiratori, continua la carenza di gran parte dei medicinali. Lo certifica il Rapporto annuale dedicato al fenomeno, elaborato dall'Associazione europea delle farmacie e dei farmacisti (Pgeu) che per il 2023 descrive una situazione peggiorata rispetto agli anni precedenti. Solo nei Paesi Bassi lo scorso anno si sono registrate 2.292 carenze che hanno interessato circa 5 milioni di persone. Altri Paesi come Svezia, Portogallo e Spagna hanno registrato un aumento significativo del numero di carenze. 

Nel 2023 - emerge dal report - ogni farmacia dell'Ue ha dedicato in media quasi 10 ore settimanali per far fronte alle carenze, tempo prezioso che potrebbe essere dedicato ad altri compiti come fornire consigli ai pazienti sull'uso sicuro ed efficace dei medicinali. Le farmacie fanno ancora più fatica, poi, perché alle carenze delle forniture si è aggiunta quella di personale sanitario. 

"Nonostante i farmacisti continuino a impegnarsi per trovare soluzioni - commenta Aris Prins, presidente della Pgeu - le carenze lasciano ancora molti pazienti senza la terapia prescritta. Questa situazione provoca frustrazione e disagio in molti assistiti e mina la loro fiducia nei farmacisti e nel sistema sanitario. Causano inoltre stress al personale delle farmacie e impongono un onere amministrativo aggiuntivo al lavoro quotidiano al banco". Secondo l'associazione dei farmacisti europei, la riforma della legislazione farmaceutica Ue "rappresenta un'opportunità unica per costruire una catena di approvvigionamento più resiliente e migliorare la prevenzione, il monitoraggio e la gestione delle carenze", sottolinea Prins.

"Tuttavia - esorta - abbiamo bisogno di misure immediate per affrontare questo problema cronico e invertire la tendenza, che i farmacisti denunciano da oltre un decennio. Chiediamo una notifica tempestiva delle carenze, un'informazione più puntuale ai farmacisti e una ridistribuzione più equa dei medicinali tra i Paesi", afferma il presidente della Pgue.

(Adn Kronos 30 gennaio)

 

 

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