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Appello al Presidente D'Alfonso

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Il modo in cui l'Assessore alla sanità abruzzese, Silvio Paolucci, rinomina e parla dell'ospedale SS. Immacolata di Guardiagrele, dopo la manifestazione di sabato 11 novembre, organizzata dall'associazione Salute è Diritto, è inaccettabile ed irriverente da tutti i punti di vista. 
Nell'incontro tenutosi in piazza S. Maria Maggiore a Guardiagrele, tra la gente comune, l'associazione ha invitato tutte le varie rappresentanze politiche locali, in un'aria di positiva condivisione, per un confronto aperto a tutti, sulla reale situazione sanitaria del territorio guardiese. Sin dal primo intervento di presentazione, l'associazione ha ribadito la sua completa autonomia nei confronti di qualsiasi dipendenza politica ed anche la necessità di parlare esclusivamente della realtà odierna, senza ripercorrere la storia tormentata, che la nostra sanità ha attraversato a causa di politiche inadeguate. Abbiamo volutamente lasciato la storia politica alla politica, nelle proprie sedi, per riservare al malato la centralità che gli spetta. Infatti egli da anni subisce un sistema sanitario sempre più precario e traballante. E L'ASSESSORE CHE FA??? 
Dirama una pubblicità propagandistica sui servizi che sulla "carta" dovrebbero essere erogati all'interno del SS. Immacolata e che invece non ci sono; inoltre nell'articolo sul Centro attacca il nostro gruppo scrivendo: "Si parte dalla verità e non dai sogni". Per l'assessore Paolucci, quindi, il pretendere l'apertura dell'ospedale guardiese come OSPEDALE DI AREA DISAGIATA è un sogno da cui dobbiamo svegliarci; altrettanto, allora, è un sogno, per l'assessore, la chiusura di reparti del nostro ospedale, la soppressione dei nostri posti letto necessari, i quali, nella nostra provincia mancano per ben più di 400 posti in base al decreto nazionale; è ugualmente un sogno la chiusura di un pronto soccorso ed un livello insufficiente della rete emergenza-urgenza. 
Tutti i cittadini della nostra area distrettuale composta da 13 comuni circostanti, per un bacino di abitanti superiore a 40000, dall'epoca di chiusura dei reparti di medicina geriatrica del nostro ospedale, vengono catapultati nel clinicizzato di Chieti, dove troviamo da anni pazienti ricoverati in barelle lungo i corridoi, senza numeri letto assegnati e senza la possibilità di chiedere aiuto di notte se non urlando. Di notte, dove ci sono solo due infermieri per un intero reparto, con un solo medico di guardia per tre o, addirittura, quattro settori. I malati in barella vengono ricoverati dopo aver sostato ore ed ore in un pronto soccorso piccolo ma sempre strapieno di emergenze e non, con personale medico ed infermieristico allo stremo delle forze; dal pronto soccorso questi malati approdano spesso in reparti non idonei alla patologia riscontrata, ma solo dove c'è un posto libero in corridoio o rientranza vuota. 
Per tutte queste situazioni, l'associazione Salute è Diritto alza la voce e chiede giustizia immediata e ripristino del nostro nosocomio smantellato. 
Chiamiamo a questo punto in causa il Presidente D'Alfonso in un incontro aperto, in modo da ritrattare questo strano ed irrispettoso comportamento politico, dando così una risposta concreta alla non più sopportabile situazione sanitaria del nostro distretto, che sta rovinando a catena tutti gli altri, tanto da divenire valanga distruttiva per l'intera sanità abruzzese. 
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