L'ennesima scossa. Il disastro si ripete.
Per noi abruzzesi, il ricordo di quella notte è ancora vivo.
Come dimenticare quel maledetto 6 aprile. Era il 2009. Erano le 3:32.
Oggi, 24 agosto 2016, buttare uno sguardo indietro, tornare con la mente e il cuore a quel giorno, a quell'ora, ci fa sentire più vicini a chi ha vissuto e sta vivendo la stessa esperienza, la stessa paura.
La stessa ora.
Le 3:36.
Una scossa di magnitudo 6.0 colpisce la provincia di Rieti, ma, altre alla regione Lazio, non vengono risparmiate neppure Marche e Umbria.
E anche il nostro Abruzzo sente, seppur in maniera attenuata, quella scossa.
L'amore per la patria non può che spingere ciascuno di noi a stringersi intorno alle vittime e alle loro famiglie, a sostenerle con una forza che si fa fatica a recuperare, ma che risulta alimentata dall'aver vissuto le stesse disastrose emozioni, solo una manciata di anni fa.
Paura, lacrime e disperazione ci sono ed è difficile tirarle indietro.
Rialzarsi dopo il disastro sarà dura, proprio come lo è stato 7 anni fa.
Difficile trovare le parole giuste per tentare di diminuire quel dolore lancinante.
Non è possibile.
L'unica cosa da fare è unirsi al cordoglio, esprimere la propria solidarietà, stringersi tutti in un unico abbraccio.
Perchè, in fondo, siamo una cosa sola.
Una sola Italia.
Un'unica grande famiglia.