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Passioni da “supereroi”: la voce di Giorgia Spinogatti

La nostra rubrica del giovedì

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Una passione che viene fuori quasi prepotentemente: non c'è bisogno di fare grandi sforzi per scoprire di possedere una dote straordinaria.

Viene fuori da sé: bastano un pizzico di emozione e una voce fuori dal comune.

 

Ho sempre canticchiato, fin da piccolina, ma posso dire di avere effettivamente iniziato a coltivare questa passione a 10 anni, quando la maestra delle elementari mi fece notare che avevo una bella voce. Da lì ho iniziato a prendere lezioni di canto.”

 

E poi, in breve tempo, quella passione scoperta per caso diventa qualcosa di eccezionale: ciò da cui Giorgia non può prescindere.

 

Definirei la mia passione come INCONTROLLABILE: è qualcosa di cui non si può fare a meno. È come se venisse da dentro e non si riesca più a fermarla.”

 

Non se ne può più fare a meno, proprio così.

Tanti piccoli momenti, tante sensazioni possono condurre a questa scoperta.

L'emozione risulta la chiave con cui aprire il cuore dello spettatore.

 

Ho capito di non poter più fare a meno di questa passione quando ho cantato per la prima volta in pubblico. La gente, congratulandosi con me, mi diceva che ero capace di emozionare, e per un cantante emozionare è l'obiettivo principale.”

 

E, tra tutti, c'è quel pezzo che ha una marcia in più: diventa, così, il punto di partenza per iniziare a mettersi alla prova, per porsi “voce a voce” con i brani più difficili e interpretarli in maniera straordinaria.

 

Penso che, tra le tante canzoni interpretate, quella che mi ha segnato di più sia stata "Listen" di Beyoncé, non tanto per il significato della canzone, ma per il fatto che per poterla interpretare sono stati necessari duro studio ed esercizio sulla tecnica vocale.

Questa esperienza, poi, mi ha permesso di iniziare a cantare canzoni di pari o anche maggiore difficoltà. È stata per me una vera e propria soddisfazione.”

 

Difficile riuscire a conciliare tutto.

Ma quando la passione è così travolgente, non si può che continuare a coltivarla senza freni, consapevoli che da quella compagna fedele non potrà mai scaturire una delusione.

 

Purtroppo, studiando a Milano già da 2 anni, ho dovuto lasciare lo studio del canto, ma non appena si presenta un'occasione per cantare ne approfitto immediatamente, anche se il posto dovesse essere il bagno o la camera di casa mia.

Nel futuro il canto occuperà lo stesso ruolo di sempre, in quanto, come già detto, è un qualcosa di incontrollabile e di cui non posso fare assolutamente a meno.”

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