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Il diamante d'Abruzzo...è il tartufo!

28 specie e tanti modi di utilizzarlo

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Un gioiellino che in Abruzzo gode di particolare pregio.
Peculiarità della nostra regione è, infatti, la straordinaria varietà di specie che si possono trovare praticamente “in ogni angolo” del terreno.

Se ne annoverano circa 28 diverse, ognuna particolarmente diffusa in una zona specifica, che ne favorisce la crescita.
I più apprezzati, oltre al raro e preziosissimo tartufo bianco, sono quello nero e il cosiddetto “scorzone”, noto anche come “tartufo estivo”.

Questa abbondante e florida presenza è quindi l'ingrediente segreto che permette a chiunque di improvvisarsi cercatore di tartufi?
Non è così. Senza un'adeguata conoscenza di luoghi e materia, senza il tesserino da ricercatore rilasciato dall'Arssa (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo della Regione Abruzzo) dopo un accurato esame e, soprattutto, senza un buon amico a quattro zampe debitamente addestrato non si va da nessuna parte.

Sono proprio loro a dover svolgere il compito più importante: i cani da tartufo.
La razza prediletta dai ricercatori è sicuramente quella del Lagotto Romagnolo, ma non di rado vengono addestrati anche Pointer, Cocker, Jack Russel e Bracchi, che si rivelano quasi inaspettatamente ottimi “scovanti” di questi gioiellini.

Gioiellini preziosi quanto delicati, se portati in tavola.
I tartufi, infatti, non possono essere considerati prodotti “a lunga conservazione”.
Ma questo dipende strettamente dalla pulizia che gli si riserva, spesso effettuata con spazzola o pennello, dalla quale non si può prescindere.
Per prolungare, poi, la conservazione stessa, si fa volentieri ricorso al “metodo del riso”, che con la sua costante umidità fa sì che il tartufo non si secchi “troppo presto”.

E quando il re della tavola raggiunge finalmente il suo “trono”, bisogna sapere come utilizzarlo al meglio, valutandone accuratamente tipologia e varietà.

Se il tartufo nero va consumato da cotto e in quantità piuttosto generose, quello bianco, invece, è adibito a infondere l'aroma “a piccole dosi”, grattugiato o spolverato sui cibi, e viene perciò consumato preferibilmente da crudo.

Perché è così “famoso” in Abruzzo?
Per il posto d'onore che gli si riserva a tavola!
Impiegato sapientemente dall'antipasto al dolce, il suo profumo, l'aroma, il sapore inconfondibile lo renderanno sicuramente un vero e proprio diamante dal valore inestimabile.

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