Domani, 10 febbraio, si celebrerà il ricordo della tragedia che colpì molti italiani costretti all’esodo dalle loro terre e dalle loro case.
Alle ore 11.00, si celebrerà una messa presso la parrocchia di San Nicola di Bari;
alle ore 12.00, ci sarà la deposizione di una corona al monumento degli alpini in L.go Garibaldi.
Con l’espressione massacri delle foibe, o semplicemente foibe, si intendono gli eccidi commessi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e protrattisi nell’immediato dopoguerra.
Il termine deriva dalle grandi cavità carsiche dove furono gettati i corpi delle vittime, che per l’appunto sono chiamate, in Venezia Giulia, foibe.
I baratri venivano usati per eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano al regime di Tito.
La qualificazione delle cause che diedero origine a tali massacri è molto complessa, come anche l’individuazione delle responsabilità politiche delle varie parti in campo.
Ciò cui oggi bisogna dare importanza è il ricordo di questi avvenimenti, affinché cresca negli animi e nelle coscienze delle persone la maturità necessaria per comprendere il valore della vita, il rispetto per la stessa e per le opinioni e idee altrui. Solo così possiamo difendere con coraggio e senza timore i diritti che tanto rivendichiamo.
Impariamo a rispettarci a vicenda.