Il Sistema Vetiver è un semplice metodo basato sull'utilizzo di piante che permette di regolare e contrastare il dissesto idrogeologico, è un sistema che, se fosse adottato dalle amministrazioni locali unitamente al "servizio giardini" potrebbe essere implementato quale "best practice" eliminando in un solo colpo la necessità di gare di appalto nel campo del dissesto, male di cui soffre l'85% del territorio italiano, e genererebbe lavoro e ricadute sociali tali da portare il paese al primo posto in Europa nella classifica dei paesi virtuosi nella "Green Economy". Il Sistema Vetiver si applica anche all'abbattimento dell'inquinamento dei suoli e delle acque, alla produzione di energia rinnovabile ed alla agricoltura. E' un sistema a basso costo che non necessita di investimenti favolosi e deve essere portato a conoscenza del maggior numero possibile di persone per un sensibile salto in avanti della nostra società.
Secondo la classifica dell'indice di Green Economy 2013 elaborata da Fondazione impresa, la Regione Abruzzo con un indice pari 0,127 va ad occupare l'ottava posizione, davanti a regioni ben più importanti come Lombardia e Friuli Venezia Giulia, immediatamente a ridosso delle regioni del Centro Nord che fanno registrare valori assoluti importanti e molto al di sopra della media nazionale bloccata ad un -0,105.
«L'ottavo posto nella classifica di Fondazione impresa, frutto peraltro di una ricerca di grande spessore scientifico – spiega Gianni Chiodi - è un risultato che conferma i progressi che la regione sta facendo nel campo della Green economy con l'avvio di progetti di respiro nazionale ed europeo. Nel 2013 siamo stati in grado, in più rispetto alle altre regioni, a calare questa nostra rinnovata esperienza sul territorio con una serie di iniziative importanti. Non solo, a parte il Trentino che si muove su dinamiche diverse e consolidate che generano performance per tutti irraggiungibili , i dati delle regioni più virtuose sono alla nostra portata e questo fa capire come la Regione Abruzzo in questi anni sia entrata in un circuito virtuoso destinato a produrre effetti e risultati nel tempo».
Le caratteristiche della coltivazione del Vetiver e le sue prerogative di lotta all’inquinamento, fortificazione dei terreni, lotta alla desertificazione e bonifica di terreni usurati e inquinati con l’arricchimento delle falde apre una pagina nuova nel sistema produttivo italiano. In una azione di Green Economy il Vetiver non è solo un coadiutore delle azioni. Si parla di “promuovere l’agricoltura biologica e le altre attività di elevata qualità ecologica per salvaguardare le aree rurali, incrementare il reddito delle attività agricole, fermare la fuga dei giovani dalle campagne incrementando l’occupazione giovanile” e “migliorare l’attenzione alla legalità nel settore agricolo e nei territori rurali e montani, ponendo a servizio della collettività risorse e uomini con la capacità di analizzare, investigare e penetrare le nuove frontiere della criminalità anche attraverso la moderna e rivisitata funzione del poliziotto di campagna”. Si entra appieno nel progetto del vetiver inteso come produttore di ricchezza perché rende più facile produrre, protegge le colture, arricchisce i terreni e fa sì che diano maggiori profitti, al contempo bloccando la desertificazione e, comunque, salvaguardando e difendendo i terreni dall’erosione e dall’impoverimento per non uso; inoltre il vetiver crea lavoro e blocca lo spopolamento delle campagne e delle zone interne. Per converso facilita in questa maniera quella azione etica di protezione della cultura autoctona contadina e delle biodiversità, sfruttando al meglio la sua caratteristica di pianta sterile e quindi non infestante: ovvero, da una lato impedisce la desertificazione culturale e ambientale, bloccando la fuga umana in quanto crea lavoro con i cantieri di salvaguardia; dall’altro facilitando le colture e proteggendole crea nuova manodopera agricola ricreando anche condizioni di economicità e remuneratività delle colture insperate. Questa miracolosa pianta crea a sua volta reddito con lo sfruttamento delle biomasse da vetiver per quelle realizzazioni di energie da microgenerazione fondamentali in una logica di green economy per la filiera corta.
Lo scopo di quest’articolo è di informare su soluzioni verdi in grado di risolvere i diversi problemi che affliggono il nostro paese, quali il dissesto idrogeologico e l’inquinamento, divulgando la possibilità di realizzare impianti con il vetiver, che rappresentino la soluzione per tali questioni. Parliamo di bio-ingegneria ed essa costa molto meno dei muri di contenimento di cemento armato, è dinamica ed adattabile nel tempo, più duratura e crea lavoro perché richiede manodopera locale, generando notevoli risparmi rispetto ai sistemi in cemento. Nell’ambito della sostenibilità ambientale, si sta facendo ricorso a questa graminacea per risolvere il problema della fragilità del territorio, in particolari degli argini e delle zone a rischio. Questo per via di peculiari caratteristiche di questa specie non autoctona. La tecnologia prende il nome di sistema vetiver. Installando questa pianta si interverrebbe con opere di fortificazione dei terreni senza utilizzare tecniche invasive. Secondo i produttori queste graminacee non sono per nulla infestanti, ritenendo i semi sterili. Insomma il vetiver potrebbe rappresentare una reale soluzione.