L'impianto per la produzione di energia elettrica tramite biomasse, molto probabilmente, non vedrà la luce a Guardiagrele.

L'Amministrazione Comunale ha infatti dichiarato pubblicamene l'interruzione del procedimento abilitativo delle aree destinate all'installazione della centrale a biomasse.

La decisione è pervenuta nella giornata di ieri, come naturale conseguenza del voto contrario all'esproprio e alla concessione dei lotti di terreno a Piano Venna, espresso dalla maggioranza in sede di Consiglio Comunale lo scorso 16 Maggio.

Venuta meno la disponibilità delle aree, ne consegue la sospensione della Conferenza dei servizi, prevista per quest'oggi su proposta della Renovo Bioenergy (ditta appaltatrice dell'impianto), nonchè l'annullamento di qualsiasi procedura.

L'Amministrazione Salvi è dunque giunta ad un approdo che pare essere in linea con gli obiettivi della minoranza e del Comitato civico contro la centrale biomasse, il quale ha espresso più volte soddisfazione per il no dell'amministrazione; tuttavia gli esponenti del Comitato affermano che non è ancora il caso di abbassare la guardia.

In effetti la situazione di Guardiagrele non è un caso isolato in Abruzzo: da un censimento condotto dall'Osservatorio permanente Nimby, infatti, risulta come nella nostra regione (come del resto in tutta Italia) siano numerosi i fenomeni d'opposizione relativi all'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica, discariche, elettrodotti, centrali di smaltimento, cave per l'estrazione (si veda il caso esemplare di Ombrina mare). La ricerca dell'Istituto segnala insomma ben 27 impianti in costruzione, ognuno dei quali interessato da contestazioni e proteste.