Uno dei peggiori vizi che l’umanità non ha mai smesso di avere o cercato di perdere è quello di giudicare qualunque cosa o persona basandosi sulle sensazioni. Diciamo “mai giudicare un libro dalla copertina” ma, in realtà, lo facciamo tutti.
Ciò è accaduto anche con i Power Francers, gruppo di musicisti che ora inizia ad affermarsi a pieno regime sulla scena musicale italiana.
Uno dei motivi che ci ha spinti ad intervistarvi è il vostro paese di nascita, Guardiagrele. Quanto ha influito Guardiagrele su di voi e sulla vostra musica?
“Nei paesini come il nostro la noia fa da padrone e devi impegnarti per riempire le giornate; noi abbiamo deciso di farlo seguendo la nostra passione per la musica. Abbiamo cominciato con il rap e poi ci siamo evoluti fino ad arrivare a ciò che siamo ora. Dobbiamo dire, inoltre, che la nostra provenienza ci aiuta a restare sempre con i piedi per terra. Ancora oggi, infatti, noi facciamo spola tra Guardiagrele e le varie città, mète del nostro tour".
Sicuramente saprete che molte persone dicono che le vostre canzoni non abbiano un senso, voi come rispondete a queste accuse?
“Ma guarda, in realtà, è vero; ci sono delle canzoni che sono davvero senza alcun senso però ce ne sono altrettante che invece un messaggio ce l’hanno solo che noi abbiamo deciso di comunicarlo in un modo meno pretenzioso. Se per esempio ascolti ‘Io nelle disco’, ti rendi conto che ciò che diciamo è nient’altro che la cronaca di quello che succede in una delle tante discoteche italiane; ‘Da grande’ è un po’ il riassunto del grande sogno italiano degli aspiranti cantanti: raggiungere il successo, seguendo la passione per la musica. C’è ‘Mamma’ che è il ritratto, con una traccia di parodia, della classica madre di famiglia italiana…”
Ci fa piacere sfatare questa bufala ed essere portatori di un messaggio che illumina tutti coloro i quali hanno sempre detto che i giovani non sappiano fare musica. Siete emersi in un momento in cui la musica non gode di ottime vendite a causa della crisi, perciò, cosa consigliereste ai ragazzi che, come voi, sentono un trasporto per la musica?
“Noi abbiamo iniziato a scalare le vette utilizzando i nuovi mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione: Youtube, Spotify ed altro ancora sono servizi che apparentemente non promettono denaro però aiutano a farvi conoscere. Inoltre, cercate di girare, come si suol dire, il più possibile. Se la vostra è una musica che piace e funziona, avrete sicuramente successo.”
Una perla di saggezza che nessun aspirante musicista può lasciarsi sfuggire.
Ragazzi, abbiamo un’ultima domanda da porvi: tutti i vostri fans dicono di apprezzare la vostra musica anche perché vi vedono umili e vicini a loro.Possiamo dire che non siete stati colpiti dall’effetto ‘rock star’?
“È vero. In molti dicono di apprezzarci perché comunichiamo molta più tranquillità. Ci piace quello che facciamo quindi siamo sereni quando lavoriamo tant’è che ci è stato detto che pochi restano nei locali dove fanno le serate alla fine della propria performance. Noi, finito di lavorare, ci buttiamo nella mischia e ci godiamo la compagnia…”
È con questa risposta, e qualche saluto, che abbiamo chiuso la nostra conversazione telefonica con questi giovani ragazzi. Terra e Cuore perciò è felice di mettere in luce l’aspetto umano dei Power Francers, una caratteristica che molte persone hanno ignorato finora. Mai giudicare un libro dalla copertina così come mai giudicare un gruppo da una sola canzone.