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Rapino: contaminavano le falde acquifere, conceria sotto sequestro

Pericolo per l'ambiente e per la salute pubblica: la Forestale fa chiudere i battenti della Sagifur

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Conceria Sagifur sotto sequestro a Rapino.

Nei giorni scorsi lo stabilimento, specializzato nel trattamento di pellami, è stato posto sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato.

La società che gestiva la conceria era attualmente in liquidazione, ma nei giorni scorsi è stato certificato che, negli anni di attività, l'utilizzo ed il rilascio di sostanze chimiche durante la lavorazione abbia causato l'inquinamento della falda acquifera sottostante.

Solventi clorurati ed altri prodotti altamente inquinanti, di cui alcuni addirittura cancerogeni, giunti a contaminare il terreno e la rete fognaria a causa della totale mancanza di filtri depurativi e del superamento dei CSC (concentrazioni soglia di contaminazione).

Senza considerare le emissioni maleodoranti, rilevate dai residenti della zona circostante lo stabilimento, direttammente dagli scarichi fognari delle proprie abitazioni.

Il sequestro è stato attuato in seguito ad una lunga serie di indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Chieti, coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Andrea Dell’Orso, ed emanato dal gip di Chieti su richiesta del Pubblico Ministero.

A monte, le denunce sporte dai residenti stessi, allertati dall'evidente contamiazione dell'acqua dei pozzi, sulla quale sono state in seguito eseguite le analisi da parte dell'Arta di Chieti.

Ne è risultata la presenza di sostanze pericolose non solo per l'ambiente, ma anche per la salute, in quanto molti tra gli agenti chimici resenti sono risultati addirittura cancerogeni. Sostanze compatibili con quelle utilizzate dalla ditta nel trattamento del pellame.

Il sequestro attuato dalla Forestale è stato l'ultimo atto di una vicenda che si protaeva da anni e per la quale l'Amministrazione Comunale si era mossa al fine di salvaguardare la salute pubblica, con un'ordinanza che vietava a tutta la cittadinanza di attingere acqua dai pozzi.

Dalle indagini è inoltre emerso come l'attività della conceria sia probabilmente proseguita, almeno in parte, anche dopo la liquidazione della ditta.

Tra i reati di cui gli indagati dovranno per ora rispondere figurano l'adulterazione di acque e il disastro ambientale. La ditta, intanto, continua a dichiararsi "mero gestore del sito", spogliandosi delle responsabilità.

La questione Safigur aveva ormai da tempo mosso le acque all'intermo della politica cittadina: i consiglieri di minoranza avevano accusato infatti l'attuale Amministrazione Cocciaglia di non aver preso, a suo tempo, i dovuti provvediementi d'emergenza per la messa in sicurezza della falda, dopo l'allarme lanciato dall'Arta e della Asl. A detta della minoranza, l'ordinanza con il divieto d'utilizzo dei pozzi per scopi agroalimentari è arrivata troppo tardi.

In sede municipale, inoltre, da due anni si dibatte riguardo una variante al piano regolatore relativo alle attività della Sagifur; la questione ha visto contrapposti l'attuale maggioranza e i consiglieri di minoranza, tra cui l'ex sindaco Rocco Micucci.

Questi ultimi avevano accusato l'Amministrazione di condurre una procedura volta a trasformare il lotto di terreno circostante la Sagifur in zona industriale, autorizzando così la ditta a riattivare i cicli di lavorazione e produzione.

In ogni caso, ad oggi, con la constatazione dell' effettivo avvelenamento dell'acqua, la situazione pare essere giunta a conclusione. Rimane però il rischio che la falda contaminata possa estendersi ulteriormente ad altri settori; occorre dunque un'opera di bonifica (molto costosa) che tuttavia solo in parte risolverà le problematiche legate all'inquinamento.

Ne sono già un'allerta i numerosi casi di cancro che hanno colpito molte famiglie di Rapino. Sebbene non sia ancora possibile confermare se l'inquinamneto acquifero ne sia all'origine, è di primaria importanza prendere precauzioni affinchè vengano scongiurati ulteriori possibili casi, mettendo per un attimo da parte i dissidi fra schieramenti politici contrapposti.

 

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