Partecipa a GuardiagreleWeb.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Fotografia-lavoro sul territorio: i 'campanelli d'allarme' non mancano dal Vastese alla Val di Sangro

Honda e Pilkington le 'punte dell'iceberg', ma tante altre le realtà in difficoltà

Condividi su:

Diamo i numeri: 600 e più alla Pilkington di San Salvo, 300 (o giù di lì) alla Honda in Val di Sangro, solo per citare i casi più eclatanti, e poi tante altre fabbriche della zona ed anche le aziende e le imprese dell’indotto. Si superano, abbondantemente, le 2.000 unità lavorative (3.000 posti a rischio per parte del sindacato).

Riscontri da ‘brividi’, pur nella ‘canicola’ di questi giorni di inizio estate 2012. La più ‘dura’, lavorativamente parlando, dell’ultimo ventennio almeno. Aleggiano timori e fondate preoccupazioni per il ‘destino’ del nostro territorio. Da Piana Sant’Angelo a San Salvo, passando per le aree industriali di Punta Penna di Vasto, della Val Sinello di Gissi e della Val di Sangro in zona Atessa, quadro e scenari sono decisamente a tinte fosche.

L’Abruzzo meridionale vive la crisi più difficile e complicata della sua storia recente. Figlia della congiuntura internazionale, certamente, ma anche di scelte politiche ed industriali locali poco lungimiranti e che hanno guardato più al bisogno dell’immediato che a quello delle prospettive, del futuro e delle nuove generazioni. E si riscoprono paure, ansie, apprensioni, un senso di precariato diffuso che disegna un panorama niente affatto incoraggiante. Da più parti si dice: “E’ il momento di fare quadrato, di compattarsi, di agire tutti insieme per ridare un’opportunità di sviluppo”. Belle parole, ma come tradurle, concretamente, in atti incisivi e produttivi? La ‘ricetta’, manco a dirlo, è indubbiamente difficile da trovare. E nella ‘fotografia’ attuale, fatta spesso, troppo spesso, di sterili, anche fuorvianti ed inutili contrapposizioni, si fa realmente fatica ad individuare qualche spiraglio di ‘luce’. Qualche segnale, tuttavia, non manca. Alla Pilkington, ad esempio, dove l’accordo sottoscritto la settimana scorsa all’Assindustria di Vasto per la gestione del capitolo esuberi ha almeno evitato di vedere espulsi, dal ciclo produttivo, centinaia di dipendenti. Il 30 per cento della forza lavoro a rischio, realmente una ‘mazzata’, quella emersa recentemente per la situazione difficile dello stabilimento vetrario della multinazionale del vetro Nippon Sheet Glass. Dai 210 iniziali agli oltre 600 (625 per l’esattezza) messi alla fine nero su bianco. “Ammortizzatori sociali” e “tutti dentro”. Così è stato evitato, per il momento, il licenziamento di centinaia di lavoratori. Con i contratti di solidarietà il sacrificio non mancherà: lavoreranno tutti un po’ meno, le buste paga saranno più ‘leggere’, ma il numero dei lavoratori non verrà almeno intaccato. Dinanzi ad altre realtà dove queste soluzioni nemmeno vengono prese in considerazione, va certamente apprezzato lo sforzo prodotto e l’impegno, soprattutto, dei lavoratori in tal senso.

Stessa situazione che, in misura minore considerando le maestranze coinvolte, si era verificata in un’altra realtà locale del settore metalmeccanico, la Cima Cosmos a San Salvo. Altra nota positiva quella che ha riguardato la vertenza Golden Lady con la concretizzata riconversione industriale che consentirà la ripresa dell’attività lavorativa nel sito in Val Sinello. Da lunedì 16 luglio, ufficialmente, prenderà avvio l’esperienza dell’azienda del settore calzaturiero, la Holding Silta, che darà lavoro ad un numero di 240 addetti. A settembre, invece, dovrebbe iniziare l’altra impresa (ritardi nelle autorizzazioni si sono registrati, non senza polemiche da parte degli stessi diretti interessati nei confronti delle istituzioni, Regione e Provincia in particolare, in campo), del settore tessile, la New Trade che impiegherà poco meno di 100 unità, sempre a Gissi. Quasi ‘mosche bianche’, purtroppo, in uno scenario che vede un po’ tutti i settori della produzione industriale coinvolti, nessuno escluso. Vastese e Val di Sangro, insomma, pienamente investiti dalla ‘bufera’ della crisi. E soprattutto la politica, regionale e locale, piuttosto che ‘scannarsi’ su questioni poco incidenti, farebbe bene a rendersene conto…

Condividi su:

Seguici su Facebook