Franco Zeffirelli fa dire alla sua Jane Eyre, personaggio dell’omonimo film tratto dal romanzo di C.Brontë, “ricordati che le ombre non sono meno importanti della luce”.
Probabilmente è la frase meno in vista di tutto il film, è essa stessa un’ombra, darle importanza vuol dire assorbirne il senso; utilizzarla per raccontare una storia, quella di una diciottenne, può invece sembrare del tutto fuori luogo ma in questo caso non è così.
L’adolescenza si può vivere in molti modi; c’è chi sceglie la luce, anche solo quella del computer, per palesare a chiunque stati d’animo, scelte, rinunce e promesse, c’è chi invece sceglie le ombre, decide di fare un passo indietro, di osservare anziché essere osservato, di lavorarci con quelle ombre, catturandole su un foglio e fermandole con una penna.
La storia che vogliamo presentare va quindi sussurrata, i riflettori vanno spenti, solo al buio si riflette davvero.
Fermare le ombre con una penna, si può fare in due modi: scrivendo o disegnando; Luisa Di Sciascio ha scelto di farlo in entrambi i modi ottenendo consensi importanti.
Si esce dalle pareti della propria stanza con un input, un incoraggiamento che in questo caso viene dalla scuola, il Liceo Scientifico di Guardiagrele, che riconosciuto il talento della giovane allieva, le propone un ventaglio di offerte che portano Luisa ad ottenere nel 2010 il primo e il secondo posto nel Concorso di Poesia e Narrativa indetto dall’Istituto Cesare de Titta di Lanciano con due poesie a tema libero;
a vincere nel 2011, assieme ad altri cinque ragazzi, la XVII edizione del Premio Internazionale “Ignazio Silone” con una riflessione su un aforisma dello scrittore abruzzese; nello stesso anno Luisa vince il Concorso Artistico Nazionale “Pasquale Celommi“ con un quadro ispirato al tema scelto dalla giuria, “il paesaggio”, e realizza, con acrilico e olio, un quadro su tela raffigurante S.Nicola Greco che tuttora è esposto nella camera del tesoro della chiesa di S.Francesco a Guardiagrele.
Dopo dei risultati importanti, quando si capisce che si può iniziare a camminare anche da soli, quasi sempre, ci si lancia verso scelte molto diverse dalle precedenti, scelte coraggiose, magari più marginali e con un plauso meno diffuso ma rispondenti ai propri desideri, al proprio immaginario.
Si scopre una scrittrice nuova, ci si ritrova nei suoi libri, si legge di un concorso per poter realizzare la copertina di uno dei suoi volumi, si sogna.
Questa storia è bella perché mostra come i sogni non vanno presi per pura follia, sciocca aspirazione che si spegne al mattino. Luisa sceglie di disegnare quel sogno e se vince anche questo concorso e la copertina di “Luminal” di Isabella Santacroce viene realizzata con il suo disegno è perché, per una volta, sceglie come schema solo la sua sensibilità.
Da Guardiagrele, da autodidatta, da una semplice matita, inizia a dare un tono alle ombre, a farle risaltare, cresce e con lei si evolvono anche le tecniche utilizzate che attualmente la portano a una predilezione per l’acquerello senza disdegnare programmi di grafica per disegnare al computer e per modificare fotografie che negli ultimi anni si diletta a scattare senza troppi impegni, cercando di catturare quell’essenza ineffabile che è in ogni oggetto che si elegge a soggetto.
Attualmente ha finito di disegnare la copertina per il nuovo album degli Athanor, una black metal band originaria di Petacciato (CB) che presto uscirà con il loro nuovo progetto.
Questa è una “storia di chi ce la fa” perché Luisa sta imparando a trovare il coraggio di dare ascolto ai propri impulsi, perché ha talento e non lo grida, calibra la luce delle sue doti con l’ombra di ciò che la circonda, e poiché solo nell’antitesi, nell’equilibrio degli opposti, si può realizzare quella che a buon merito può essere definita Arte, auguriamo a Luisa tutti i riconoscimenti che si merita.