Ci riferiamo alla pubblicazione del 21/01/2011 in merito alla sconfitta di Guardiagrele nella trasmissione di “Mezzogiorno in famiglia”, di fronte alla quale riteniamo non sia possibile accettare passivamente le aride critiche mosse da chi non ha dato alcun contributo alla riuscita dell’evento. Ciò che ha storicamente contraddistinto Guardiagrele dai paesi del comprensorio ci è ben noto e il poter vantare un così prezioso patrimonio culturale, non può che renderci orgogliosi. Al contrario, quello che è accaduto durante le fasi organizzative per concorrere alla trasmissione ci rende meno fieri. Abbiamo riscontrato, infatti, un diffuso e triste senso di disinteresse, ben lontano dal tanto conclamato spirito guardiese, ovvero di un popolo di persone d’ingegno e di esclusività. Eppure non era così difficile dare il proprio contributo morale, fisico o intellettuale… Ci sono state diverse occasioni in cui poter esprimere liberamente le proprie idee e avanzare delle proposte. Per esempio ci risulta che siano state fatte delle selezioni nello scorso mese di dicembre, aperte a tutti i cittadini. Inoltre il mercoledì sera (12/01/2011) c’è stata una riunione presso il Municipio con lo staff della RAI per concordare il copione, anche questa aperta al pubblico. È stato in quest’occasione che lo chef Peppino Tinari ha avanzato una proposta di menu, tra cui le citate ”pallotte cace e ove”…accettata dai presenti all’unanimità! La presenza nella piazza principale del “la vecchia trebbiatrice tirata a lucido per l’occasione… e i vecchi trattori” non è stata casuale, ma voluta dagli organizzatori che ci hanno gentilmente invitati a partecipare. L’Associazione ha accolto l’invito senza nessuna intenzione di “IMPORRE” una vocazione contadina al paese, ma con l’ unico intento di voler portare all’interno delle mura guardiesi un po’ di quello che resta della cultura extra-muraria, ovvero delle tradizioni contadine. Ci auguriamo che la nostra presenza non abbia costituito motivo di un imbarbarimento dell’”Eccellenza guardiese”… ma piuttosto un’occasione per suscitare le curiosità dei più e meno giovani verso un aspetto ricco di spunti da valorizzare della tradizione popolare contadina. Certamente se anche gli altri cittadini avessero risposto all’invito con lo stesso nostro entusiasmo, avremmo ottenuto un risultato migliore, ma non è stato così evidentemente… E a questo punto la cosa più sensata sarebbe quella di fermarsi un attimo a riflettere su quello che oggi Guardiagrele è diventata… e che cosa la rappresenti meglio… ”una indigena ed esclusiva braciola di cavallo” o “una poli-etnica pallotta cace e ove”…