A Guardiagrele, il giorno di Santa Lucia, era usanza regalare alle bambine le pupe e ai bimbi i cavalli, costruiti con i fichi secchi.
Li carracìni”, i fichi essiccati al sole, si infilzavano in piccole stecche ricavate dallo spacco ad arte delle canne, foggiate in modo da formare lo scheletro del dono; le pupe e i cavalli poi si vestivano con tessuti o carte colorate, si addobbavano con fiocchi, le facce dipinte, a volte un po’ strane quasi da mettere paura o sorridenti nonostante li aspettasse il destino di essere mangiati.
Le bambine partecipavano anche alla costruzione dei giocattoli e imparavano il mestiere della creazione ; invece i maschietti, più privilegiati, avuto il regalo, dovevano solo disfarlo e mangiarlo.
Il rispetto per il regalo ricevuto voleva però che pupe e cavalli non fossero mangiati subito, ma che si aspettasse qualche giorno per disfarli e l’attesa aumentava il desiderio e dilatava il tempo del gioco.
I giocattoli sono belli da costruire ma forse ancora di più da distruggere: la distruzione per questi incredibili giocattoli coincideva con un atto di cannibalismo dolce, venivano non distrutti ma recepiti dalle papille gustative e trasformati in energia in un ciclo di eterno rinnovo.