In ricordo di Arnaldo Ricci: padre e figlio della montagna

Fondatore del CAI e amante della famiglia

Chiara Pirani
21/02/2015
Attualità
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Il 19 febbraio scompare un uomo che, sicuramente, aveva ancora tanto da insegnare.
Una vita per la famiglia e la montagna.
Forse per i suoi cari lui era effettivamente la montagna.

“Portatemi a morire a Valle delle Monache” è stato il suo ultimo desiderio.
Essere riaccolto tra le braccia di quel monte che lui stesso aveva amato e che, in un certo senso, lo aveva sempre amato.

Arnaldo Ricci, uno dei padri fondatori del Club Alpino Italiano.
“In ogni momento, per ogni sentiero”, sempre in cerca di aria pura da respirare, di luoghi da esplorare, di obiettivi e vette da raggiungere, di versanti da scalare.
Trasmettere agli altri la sua forza, la bellezza della montagna.

Un uomo che tutti ricordano per i pregi, per la dedizione, per il suo grande cuore.
“La sua casa era un museo”, ricordano alcuni.
Un collezionista appassionato. Francobolli, monete, vasi, pietre, liquori popolavano la sua dimora.

Esaminava e scrutava a fondo, con l'occhio del cultore, di chi ne sa più di tutti, di chi sa andare oltre la semplice apparenza, di chi non si limita a “ciò che si vede”, ma va alla costante ricerca della storia degli oggetti che ama.
Saper scavare a fondo. Ricercare. Una ricerca finalizzata alla continua scoperta.
Non vedeva l'ora di ampliare la sua collezione con altri pezzi importati dal mondo.

Visitatore instancabile, cultore dei viaggi. L'emozione lo pervadeva ogni volta che li ricordava. “Genova era la sua “città amata””, racconta qualcuno. Gli brillavano gli occhi quando ne parlava.

Un uomo che ha lasciato la sua passione, la sua dedizione, il suo attaccamento ai valori della vita ai propri cari. Nel cuore dei figli, negli occhi dei nipoti, nelle azioni di tutti i suoi “discepoli” del CAI. Egli continua a vivere.

Un uomo che trovava e continuerà a trovare il suo habitat naturale proprio lì, tra i sentieri impervi, i versanti scoscesi, le salite difficoltose. Tutto per ammirare il meraviglioso panorama che si può scorgere e ammirare solo da lì, dalla cima della vetta.

Lo ricorderemo così, lo sentiremo sempre vicino.
Ci guarderà dall'alto di quella vetta, nel suo paradiso montano, e continuerà ad indicare a tutti i suoi cari il giusto sentiero da percorrere.

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