Due provocazioni sulla questione della chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Guardiagrele

I guardiesi perdono un altro importante servizio nel silenzio dell'amministrazione comunale

Gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”
15/04/2014
Comunicati Stampa
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L’abbiamo già detto altre volte: in quattro anni di amministrazione di centrodestra la nostra città ha perso il suo ruolo di punto di riferimento sul  territorio e i suoi abitanti sono stati privati di molti servizi. Niente cinema teatro Garden, niente ufficio dell’Agenzia delle Entrate, Ospedale depauperato, rubinetti a secco da maggio a novembre (quest’anno la prima avvisaglia l’abbiamo avuta il 16 marzo!), nessuna rappresentanza nel comitato ristretto dei sindaci della ASL, niente più circuito dei Borghi più belli d’Italia, l’ATC è in procinto di traslocare ad Orsogna. Elenco lungo a cui va aggiunta un’altra imminente chiusura: quella della sede guardiese dell’Ufficio del Giudice di Pace. Decisione del governo, si dirà, nell’ambito della razionalizzazione delle spese. Inevitabile? Forse, anche se le sedi di Casalbordino, Gissi, Lama dei Peligni, Castel di Sangro, Pescina, Penne e Atri sono state salvate.

La domanda per evitare la soppressione è scaduta il 29 aprile 2013 e resta il fatto che non ci risultano azioni portate avanti dall'amministrazione per valutare soluzioni atte ad evitarla. Non ci risultano incontri in cui si è cercato l’aiuto dei comuni che pure sono  ricompresi nella giurisdizione dell’ufficio di Guardiagrele (era infatti necessario, come stabilito dalle disposizioni ministeriali, consorziarsi per sostenere insieme le spese per il mantenimento dell'Ufficio). E se ci sono stati, sono avvenuti come per la questione elettrodotto, biomasse, campus… nel chiuso della stanza del sindaco o della sua giunta, senza coinvolgere il Consiglio Comunale né i tanti che, per lavoro, frequentano questa sezione del Giudice di Pace. E pensare che la parola d'ordine del programma elettorale di "Progetto per Guardiagrele" è  “trasparenza”. Si chiude e basta. Tradotto significa che dovremo  recarci a Chieti non solo per curarsi, non solo per pagare le tasse ma ora anche per le faccende giudiziarie, con dispendio di tempo, denaro e dando anche un altro colpo alla già affannata economia locale.

Lo stesso comune sarà costretto a spendere di più per seguire tutti quei procedimenti in cui è coinvolto. E allora lanciamo due provocazioni ricordando che i costi per assicurare l’apertura della sezione del Giudice di Pace (personale, funzionamento, mantenimento), ammonta a circa 70.000€ l’anno mentre l’isola ecologica interrata che la maggioranza vuole realizzare al Piano ne costa 75.000. E se proprio bisogna chiudere, si può riconvertire la struttura in edificio scolastico, evitando cosi la realizzazione del dubbio e dispendioso Campus scolastico. Nessun problema per i trasporti né per i parcheggi (tutto di fronte), ogni servizio a portata di mano e le scuole superiori ad un passo.

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