"La procedura sulla centrale a biomasse è nulla e va azzerata"

Il Gruppo consiliare "Guardiagrele il Bene in Comune" ritiene di dover fare alcune osservazioni sulla delibera che il Consiglio comunale del 16 Maggio sarà chiamato a discutere

14/05/2013
Comunicati Stampa
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Il Consiglio comunale prevede all’ordine del giorno il rinnovo della dichiarazione di pubblica utilità e reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio dei lotti nn. 21, 22 e 23 nel P.I.P. in Località Piano Venna.

Si tratta dei lotti che la Renovo ha chiesto in assegnazione per la realizzazione della centrale a biomasse.

Come sosteniamo da tempo sulla base delle norme, la procedura attivata è viziata all’origine per il semplice fatto che la Renovo, pur avendo dichiarato nella richiesta di avvio della procedura presentata nel gennaio 2012 di essere titolare delle particelle, non ne è proprietaria né ne ha la disponibilità.

In effetti, sul punto, la legge è chiarissima poiché presuppone che la richiesta di realizzazione di questo tipo di impianti possa essere avanzata dal “proprietario dell’immobile o da chi abbia la disponibilità sugli immobili interessati dall’impianto”, come stabilisce l’articolo 6 del D.Lgs. 28/2011.

Da tempo sosteniamo che la carenza di questo elementare presupposto doveva inibire sin dall’origine l’avvio della procedura.

Ma vi è di più. Lo stesso articolo 6, al comma 4 stabilisce che il Comune, “riscontrata l’assenza di una o più delle condizioni stabilite…notifica all’interessato l’ordine motivato di non effettuare il previsto intervento”.

La legge parla chiaro e offre al comune l’unica arma che al momento può essere legittimamente utilizzata: quella di dire direttamente alla Renovo che l’impianto non si può fare perché chi ha formulato la richiesta non è proprietario o titolare dell’area sulla quale vuole realizzarlo.

Il vizio di fondo, cui facemmo riferimento sin dall’incontro dello scorso 29 gennaio in comune al quale parteciparono i responsabili della Renovo, deve convincere anche del fatto che anche i pareri favorevoli già rilasciati e la stessa Conferenza dei Servizi sono sostanzialmente e giuridicamente nulli e, quindi, andrebbero revocati in autotuela da chi li ha emessi e formalizzati. Questo è tanto più evidente se si considera che il Comune sa che le aree non sono disponibili. Questo significa, molto semplicemente, che la procedura semplificata non poteva essere avviata e non può essere proseguita.

Quanto alla delibera che sarà portata in Consiglio comunale, va detto in primo luogo che non è possibile proporre la reiterazione di un vincolo urbanistico motivandolo con la singola richiesta di insediamento pervenuta in Municipio. Il vincolo per una zona produttiva (quale è Piano Venna) si può reiterare per altre motivazioni di carattere generale e non per il fatto che un singolo lo ha richiesto.

Ma, in ogni caso, visto che l’intero Consiglio Comunale lo scorso 8 aprile si è già espresso in maniera unanime contro la realizzazione dell’impianto, ci chiediamo per quale ragione oggi viene convocato per la discussione su una proposta di reiterazione del vincolo sulla quale la stessa maggioranza dice di volersi esprimere in maniera contraria.

Sarebbe stato meglio non convocarlo affatto evitando, così, anche il rischio di partorire un atto amministrativo che andrebbe comunque motivato. Su questo tema così delicato e complesso sarebbe necessaria maggiore collegialità prima di compiere passi decisivi.

 

Gruppo consigliare "Guardiagrele Il Bene In Comune"

 

 

 

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