12 giugno '89 – 12 giugno '12, 23 anni dalla tragedia del rogo al Molino Alimonti

Una delle pagine più nere della cronaca di Guardiagrele

Cinzia Di Millo
11/06/2012
Attualità
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«Un tremendo boato, poi una tempesta di travi e calcinacci si è abbattuta all’interno dello stabilimento come un uragano. In quegli attimi ho avuto solo l’istinto di scacciare le fiamme dai capelli e di fuggire via, senza capire quello che stava accadendo. Non so neanch’io come mi sono ritrovato nella mia auto. In auto ho avuto la percezione della tragedia: le mani irriconoscibili, scivolavano senza presa sullo sterzo, ma il dolore lancinante mi ha fatto finalmente prendere coscienza di essere salvo… ». Rocco Bucciarelli, 30 anni all’epoca, da quattro anni analista chimico nell’azienda Alimonti. Le pagine de “Il Centro”, all’indomani dalla sciagura, riportarono le prime parole dette da chi aveva vissuto, poche ore prima, quella tragedia, da chi era  miracolosamente scampato alla morte ma aveva ben stampato in faccia l’angoscia di quegli attimi terribili.
Era una giornata come tutte le altre, a Villa Maiella tutto procedeva come di consueto quando all’improvviso alle 16.35 del 12 giugno 1989, esplose uno sette silos, sette morti come sette restano i dolori della Madonna della piccola chiesetta sotto il Molino. Nessuna spiegazione plausibile, solo ipotesi. Si parlò di gas accumulato che all’improvviso si sprigionò all’interno del silos. Tiziano Del Romano, solo 23 anni, la vittima più giovane. Pochi giorni dopo si contavano, undici ustionati gravi con ustioni di 2º e 3º grado che coprono fino al 60 % del corpo, in zone molto estese come il collo, il viso ed il dorso. Le cicatrici rimaste a chi è riuscito a salvarsi sono il segno di quella terribile tragedia. La violentissima deflagrazione spazzò via i cavi dell’Enel lasciando tutto il quartiere senza energia elettrica per giorni. La strada per Bocca di Valle restò chiusa per paura di nuove esplosioni, visto che all’interno dello stabilimento  continuavano ad accendersi continui focolai. Fù subito convalidato il provvedimento di sequestro dell’azienda Alimonti da parte del magistrato inquirente. Tutti si prodigarono a prestare soccorso e aiuto : i Vigili Urbani, il personale medico ed infermieristico del piccolo SS.Immacolata con un servizio rapido e tempestivo.
Per trasportare a Verona i feriti più gravi, Tiziano Del Romano, Giuseppe Di Fabio, Filippo Taraborrelli e Pasquale Di Crescenzo, due voli dell’aereo “Falcon” della presidenza del consiglio, messo a disposizione dalla Protezione civile. Al Sant’Eugenio di Roma: Bruno Capuzzi, Renato Garzarella, Giuseppe Scioli e Donato Spinogatti, in gravissime condizioni. Altra tappa l’istituto di chirurgia plastica di Padova per Giuseppe Alimonti e Emidio Scioli. Altri tre feriti al Barnabeo di Ortona, Ermenegildo Forlano, Gino Tonin e Nicola Infante, tutti in prognosi riservata. Commozione e dolore ancora oggi, a 23 anni di distanza da una delle pagine più nere della storia di ogni guardiese.
Domani alle 18.30  ci sarà la Santa Messa di commemorazione.

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