L’udienza davanti al TAR Abruzzo per la discussione del terzo ricorso promosso dal Gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune” contro gli atti commissariali, prevista per la giornata di ieri, si è conclusa con un rinvio al prossimo 27 luglio. Oggetto del giudizio i decreti di Chiodi 5/2011 che detta le linee guida per gli atti aziendali e 15/2011 che riduce drasticamente i reparti dell'intera regione. I cinque consiglieri hanno messo in evidenza come i due nuovi provvedimenti, che si fondano sulle previsioni del Programma Operativo 2010, ledono gli interessi dei cittadini perchè la rimodulazione dei reparti è destinata ad incidere negativamente sui diritti all'assistenza. "Basti pensare - nota l'avvocato Dal Pozzo - che nel decreto 15 si prevedono tre sole unità di accettazione e di urgenza, i Pronto Soccorso, per la ASL di Chieti. E' da ritenere che queste siano destinate ai tre maggiori ospedali di Chieti, Lanciano e Vasto. E gli altri, compresi Guardiagrele e anche Ortona e Atessa, ad esempio, che cosa avranno? Ma questo discorso vale per tutte le Unità Operative. Ecco perchè riteniamo che questi atti siano pericolosi!" Sulla questione si è innestata la settimana scorsa la previsione del decreto legge 98/2011 che, trasformando in legge il Programma Operativo che il TAR aveva annullato, cambia le regole del gioco a partita iniziata. Proprio per questo sabato scorso l'Avv. Simone Dal Pozzo aveva depositato una memoria nella quale rilevava numerosi vizi di legittimità della norma contenuta nella manovra finanziaria chiedendo la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. "Il TAR – dichiara lo stesso Dal Pozzo - ha mostrato di ritenere dirimente la questione tanto che, proprio per attendere la conversione imminente e verificare, quindi, se il lodo ammazza-sentenze sarà conservato o espunto, ha rinviato l'udienza di 15 giorni. In questo caso il giudizio dovrebbe proseguire con l'esame della richiesta di sospensiva. Se la norma dovesse restare al suo posto, il TAR dovrà necessariamente valutare se investire la Consulta del problema". "Ho detto ai Magistrati - prosegue - che se passa il principio contenuto nella manovra, è conveniente chiudere i Tribunali. >. L'auspicio è che l'articolo venga tolto di mezzo. Se così non fosse, torneremo a chiedere anche al Consiglio di Stato che decida la Corte Costituzionale".