Aria tesa dopo ieri sera, quando durante il Consiglio Comunale, è stato discusso l’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare “Guardiagrele il Bene in Comune”. Con la proposta di delibera si chiedeva all’Assemblea civica di aderire alla campagna referendaria, di dichiarare il proprio Comune “per il sì all’acqua pubblica”, diffondere capillarmente il principio dell’acqua quale “bene comune dell’umanità” e, soprattutto, esprimersi per una gestione pubblica di questa vitale risorsa. Il Consigliere Gianluca Primavera ha illustrato il documento in tutte le sue parti, facendo riferimento a quelle esperienze in cui le amministrazioni si erano prima convertite al privato e poi, dato l’aumento vertiginoso delle bollette e i servizi sempre più scarsi ed inefficienti, sono state costrette a ripubblicizzare la gestione idrica anche tramite il ricorso al referendum. Il Consigliere Angelo Orlando ha fatto chiarezza sul quadro normativo, ripercorrendone tutte le tappe a tutti i livelli: europeo, nazionale e regionale, ricordando come si è giunti alla attuale gestione in house delle acque, sottolineando che un simile problema va affrontato fuori dalle impostazioni ideologiche, e facendo un’analisi reale dei pericoli che si corrono con una gestione privata e ciò che si può invece fare con un governo pubblico che, ovviamente, non deve coincidere con carrozzoni politici e spartizioni tra partiti. A queste tesi ha replicato l’assessore Donatello Di Prinzio, che memore della sua personale esperienza lavorativa presso la SASI, ha sostenuto che solo una gestione privata può davvero assicurare un governo di qualità delle acque perché capace di fare investimenti. Anche il Sindaco Salvi ha difeso la gestione privata dell’acqua, facendo riferimento a direttive europee che obbligano gli stati membri in tal senso, ed affermando che l’unica soluzione per riammodernare le condutture ormai colabrodo sono gli investimenti di società esterne agli enti pubblici. Il tentativo del gruppo di minoranza di approvare un documento all’unanimità non ha avuto esiti positivi perché la maggioranza ha chiesto di emendare l’ordine del giorno proprio nei suoi punti cardine: ossia nella gestione del servizio idrico che, secondo loro, deve essere privata o comunque non a capitale totalmente pubblico, e nella non adesione alla campagna referendaria per il Sì all’acqua pubblica, secondo quanto indicato dal PDL nazionale. A memoria del Gruppo Consiliare “Guardiagrele il bene in comune” proprio l’anno scorso, quando Salvi, Di Prinzio e Dell’Arciprete sedevano nei banchi della minoranza, votarono insieme all’allora maggioranza di centrosinistra, che la propose, una modifica allo statuto comunale riguardante proprio il governo dell’acqua. In quell’occasione il consiglio comunale si impegnò a «confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato...». Il documento (n. 6 dell’8.05.2010) fu votato all’unanimità, ma ieri sera è stato rinnegato. Il gruppo consiliare di minoranza continuerà a spendersi per questo appuntamento elettorale, così come si è impegnato a raccogliere le firme in piazza, lo scorso anno, per poterlo ottenere, perché ritengono che la parola privato coincida con profitto, e non con sussidiarietà né con bene comune. Il principio cardine di questa battaglia è che l’acqua è un bene comune e un diritto umano inalienabile, e la sua gestione non può essere considerata (così come anche l’aria, la salute e l’istruzione) un servizio pubblico locale di rilevanza economica, anche nell’osservanza dell’art. 43 della nostra Costituzione.